Sul Bestiario di Roma di Alfredo Cattabiani – Giovanni Sessa
Eptagramma, simbolo di unione tra materia e spirito – Costanza Bondi
Cenni incompleti sulla valenza del numero 7
Creazione dell’Universo e creazione dell’Umano si incontrano nel simbolismo della stella a 7 punte: il numero celestiale del 3 si unisce al 4 terrestre, andando a formare l’eptagramma che riconduce l’uomo alla propria totalità sostanziale di materia + spirito. Acqua, Aria, Terra e Fuoco si completano con la triade divina nel 4 +3 = 7. La presenza del numero 7 non è certo un caso nel suo binomio di creazione materiale + creazione spirituale: i 7 angeli dell’Apocalisse che al suono delle 7 trombe aprono i 7 sigilli conferma ne sono, così come l’importanza che a suddetto numero è sempre stata data nella storia dell’umanità, dalla mitologia alla religione. 7 i bracci della Menorah, 7 gli zufoli di Pan, 7 le note musicali e i colori e i giorni della creazione, quindi della settimana, 7 le corde della lira di Apollo, 7 i rami dell’Albero della Vita, 7 le case dell’oltretomba egizio, 7 i colori dell’arcobaleno (a sua volta archetipo della volontà interiore di ascesa) in quanto 7 bande di frequenza in cui viene suddiviso convenzionalmente lo spettro visibile, 7 i cieli dell’antichità, ognuno corrispondente ai pianeti dell’astronomia antica (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno), 7 le arti liberali (grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, musica, astronomia)… Ma, soprattutto, 7 i gradi di iniziazione per la riconversione di se stessi, tramite i quali l’uomo ha la facoltà di raggiungere il Divino. Ecco come l’architettura sacra tramite l’eptagramma vuole rappresentarci il simbolo della Totalità in eterno movimento che, nell’espansione dal proprio centro, al Tutto riconduce. 7, infatti, anche le lettere che vanno a comporre l’acrostico del V.I.T.R.I.O.L. nel significato di Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.
FIGURA 1 – credito fotografico esploratoredigitale.com – Rosone del Santuario di Campocavallo di Osimo (AN) dedicato alla Maria Addolorata, realizzato nel 1939 in onore al miracolo avvenuto il 16 giugno 1892, quando il quadro della Vergine iniziò a lacrimare, muovendo gli occhi.
Sta di fatto che, ancora a fine Ottocento, sull’auge dell’Eclettismo architettonico, a Campocavallo di Osimo, in provincia di Ancona, si decise di forgiare con un rosone effigiato a eptagramma il santuario dedicato alla Madonna Addolorata, luogo che tra l’altro gode dell’ulteriore particolarità di celebrazione della Missa Tridentina (Santa Messa tradizionale di rito latino). Se infatti il 7 è numero dato dalla somma di Terra & Cielo, ecco che nella sua funzione dinamica totalizzante va a rappresentare una circonferenza divisa in 7 parti in cui il centro è al contempo “emanazione da” e “ritorno a”, che ci permette di accogliere l’invito a quell’introspezione che è possibile solo tramite il binomio che vede unite energia celestiale-spirituale ed energia materiale-umana. È solo in tal caso che la ricerca della Pietra Filosofale può condurre al ritrovamento del Divino Principio = la PERFEZIONE, a sua volta formata dal 4 femminile-materia-passivo unito al 3 maschile-spirito-attivo. La Perfezione che dona ETERNITÀ: non a caso ZAIN è l’archetipo associato al numero 7. Zain = dardo/saetta, in latino sagitta, da cui Sagittario = colui che saettando scocca le frecce, quindi penetra, corrispondente non a caso alla costellazione che va dal 23 novembre al 21 dicembre, arrivando pertanto fino al giorno del solstizio d’inverno, data in cui il sole finisce il proprio declino per iniziare la nuova vita, in quello stesso processo che tende a riprodursi per l’eternità.
Ecco quindi che solo tramite l’introspezione si può tendere al Divino, potendo al contempo attivare l’assetto mercuriale per scoprire la Pietra Filosofale.
Le sequenze in settenari (7, 14, 21, 28) rappresentano l’armonia numerica per eccellenza di cui, per prima, è pervasa la Natura e, di conseguenza, il messaggio messianico. Interessante in proposito è il meraviglioso contributo di Omraam Mikhael Aivanhov (1) che qui cerchiamo di riproporre alla luce di Marco 13, 14- 15: Quando vedrete l’abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sul tetto (altrove tradotto con “terrazza”) non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa.
Per comprendere questo passo, dobbiamo partire dal triangolo, origine di ogni evoluzione, poiché è l’espressione grafica di divinità e armonia (cristianesimo), di proporzione e mediazione, di intermediazione quando col vertice rivolto verso il basso (il femminile Sophia o femminino gnostico o le divinità femminili orientali), di potenza e potestà maschile (se col vertice verso l’alto). Si tratta comunque di un indicatore di direzione che dati i 3 lati dà e porta la completezza: mente, corpo e anima che si riuniscono in equilibrio per raggiungere al meglio lo Spirito rappresentato dal centro della figura. Metaforicamente, è il Sé interiore: centro universale che ogni uomo deve ricercare dentro se stesso. Tiziano Bellucci, da “L’arte della libertà”: Nello spirito umano vi si trovano forze, avvenimenti, ricordi cosmici presenti prima ancora che occhi vedessero e orecchie potessero udirli. Scendendo negli abissi dell’anima, del cuore, troviamo un elemento eterno che è della stessa sostanza e natura del divino Creatore del mondo. “Conosci te stesso e conoscerai gli dèi” significa: penetrando nei misteri del tuo spirito umano, arriverai a penetrare i misteri dei tuoi Creatori (2).
L’immagine simbolica del triangolo evoca comunque nell’immediato la stilizzazione del seno femminile e il conseguente intrinseco concetto di nutrimento che esso racchiude. Inteso non tanto, però, esclusivamente come sostanza alimentare quanto, ancor più, in qualità di arricchimento spirituale, di costante sviluppo mentale, oltre che corporale, in un eterno trascorrere del tempo. Dal latino tri- angulus, la definizione corrente che ci dà di tale poligono il dizionario della lingua italiana è “figura piana limitata da tre segmenti che congiungono, a due a due, tre punti non allineati, chiamati vertici”. Da notare è l’importanza del 3, in quanto numero minimo di segmenti necessari per delimitare una superficie chiusa e in quanto numero dei punti da cui passa sempre una e una sola circonferenza. Per estensione: armonia & proporzione, solidità & completezza. Quest’ultimo concetto è massimamente espresso nella versione equilatera del triangolo, tanto che nella tradizione cristiana raffigura il concetto della Trinità divina. Il Padre (creatore del cielo e della terra) e il Figlio (generato e non creato, della stessa sostanza del Padre, fattosi uomo nella persona fisica di Gesù) e lo Spirito Santo (la perfezione di amore divino che il Padre, unitamente al Figlio, manda ai discepoli per evangelizzare le verità rivelate) formano un unico Dio, secondo il concetto dell’ipostasi (dal greco ὑπόστασις hypò-stasis = stare sotto) per cui natura umana e divina sono fuse. D’altronde, a ben guardare, il quadrato stesso è formato da 2 (o 4) triangoli: questa la particolarità. L’1-unità è l’esperienza metafisica che attua l’infinita unità: il tutto che, su se stesso rispecchiandosi, si invera come nuovo Uno, che è Due e così diventa via via tutti i numeri successivi, Elémire Zolla (3). Il 2-diade è la polarità che congiunge, ma al contempo distingue, i due opposti. Il 3-triade è l’elemento terzo di unità dinamica che congiunge le coppie formando i ternari del 3 in 1 (Trinità, corpo e anima e spirito, conoscitore e conosciuto e conoscenza, saggezza e verità e amore). Il 4-quaternario di unità statica è la manifestazione della triplicità che si forma aggiungendo una unità al 3 in 1.
Nel passaggio dal 3 al 4 si hanno luce-calore-vita uniti ai 4 elementi di Aria-Acqua-Terra-Fuoco: cioè, lo spirito entra nella materia = i 3 principi si combinano coi 4 stati. Le forze della creazione divina (triangoli) entrano in relazione col quaternario, manifestandosi sul piano materiale: da qui, 3 + 4 = 7 = la perfezione-eternità.
La nuova costruzione poliedrica che risulta dalla sovrapposizione della piramide al cubo = triangolo sopra quadrato rende perciò comprensibile il già citato passo di Marco 13, 14-15. Pertanto il monito evangelico, per l’uomo afflitto da pene e tribolazioni, è semplicemente quello di restare nello spirito (il triangolo-piramide, la parte superiore, il tetto), senza preoccuparsi di rimanere o scendere nella materia (il quadrato-cubo, la parte inferiore, la casa). Perché nella disgrazia il riparo è possibile trovarlo solo nel piano spirituale. Chi si trova quindi sul tetto in tempo di tribolazioni non scenda (4)!
FIGURE 2, 3 e 4 –
La resurrezione, inoltre, passa per la morte a se stessi e – se non c’è quella morte – non ci può essere resurrezione. Si disvela così l’eptagramma come simbolo misterico di perfezionamento interiore che onora la Geometria Sacra.
Note:
- Aïvanov Omraam Mikhaël, Il granello di senape, Edizioni Prosveta, 2015, pag 47-49;
- https://pensieriequilibrio.altervista.org/larte-liberta-tiziano-bellucci/;
- Zolla Elémire, Archetipi, Marsilio Editori 1988, pag 45;
- Bondi Costanza, Fu in principio, X-Publishing, 2021, pag 105-110;
Costanza Bondi