
L’Accelerazionismo, tra spinta al futuro ed alienazione – Umberto Bianchi
Quello di “Accelerazionismo”, è un termine che, sebbene indirizzato ad un determinato indirizzo di pensiero, ha finito in verità, con il raccogliere una varietà di significati e riferimenti, in grado di generare non poca confusione, in chi non fosse ben addentro alla materia. Cominciamo con il dire che a premessa di questa tematica di pensiero, stanno gli scritti di Gilles Deleuze e Felix Guattari che, negli anni ‘60, partendo da un’analisi eterodossa del pensiero marxista, in base alla quale per addivenire alla fine del capitalismo, anziché porsi in una posizione di scontro frontale con esso, sarebbe stato invece molto meglio cavalcarne le contraddizioni, intensificandone la pratica, sino a portarlo al collasso. Una teoria questa, che aveva avuto un suo primo accenno negli scritti di Marx, che vedeva nella nascente automazione delle macchine, un valido supporto alla liberazione del proletariato. Ma se, quanto preconizzato da Deleuze e Guattari, rimane nel confuso e vago ambito delle mai approfondite istanze, quanto invece accade con il contemporaneo Accelerazionismo, è qualcosa di molto di più che un semplice auspicio.
Il tutto ha inizio all’università di Warwick (GB), nei primi anni ‘90, con la nascita, proprio agli albori della digitalizzazione, della CCRU, acronimo per Cyber Culture Research Unit, da parte di un gruppo di giovani ricercatori che, nel far proprie le linee di pensiero di Deleuze e Guattari, sotto la guida della femminista Sadie Plant, iniziò ad indagare i rapporti tra essere umano e cybercultura, arrivando così a preconizzare un vero e proprio rapporto di osmosi ed interazione tra le due sfere. In questo quanto mai composito ed eterodosso gruppo di studiosi, composto da musicisti, esperti di marketing, filosofi, artisti, hackers emerge, ben presto, la carismatica figura di Nick Land, docente di filosofia ed ex della fondatrice, che imprimerà alla CCRU quel suo deciso carattere “accelerazionista”. Land, difatti, porterà agli estremi le tesi di Deleuze e Guattari, preconizzando un capitalismo che, sciolto da qualsiasi freno inibitorio, rappresentato dall’etica o dalla politica, avrebbe inevitabilmente condotto ad una “cyber rivoluzione” delle macchine contro l’uomo. Il collante filosofico che accomunerà tutti i membri della quanto mai composita e disordinata comunità della CCRU, sarà il cosiddetto “Meltdown/ Collasso”, che è poi il titolo del loro manifesto filosofico, dove con un linguaggio a metà strada fra narrativa e speculazione, si immagina un futuro dominato dall’insanabile contrasto tra una iper tecnologica dittatura globale e una continua guerriglia, combattuta a colpi di tecnologie informatiche “high tech”, in un contesto nel quale, il corpo umano è ibridato da avveniristiche tecnologie, mentre intelligenze artificiali autonome, si ribellano alla dittatura.
Una minima parte di quanto immaginato da Land e dai suoi, ha iniziato ad auto-realizzarsi, le cosiddette “iperstizioni”: dal Metaverso, ai primi robot umanoidi, alla creazione sintetica di embrioni umani, ribadendo in tal modo, il principio che, tutto ciò che è immaginato a livello culturale, è destinato ad essere realizzato dalla tecnica. Con il prematuro abbandono di Land e la fine dell’esperienza della CCRU, la dottrina “accelerazionista”, si divide in due filoni: uno di “sinistra”, rappresentato da Mark Fisher, Alex Williams e Nick Srnicek ed uno di “destra”, rappresentato da Nick Land. Con la pubblicazione nel 2008 di Realismo capitalista, Fisher, contrariamente a quanto afferma invece il suo maestro e mentore Nick Land, si fa portatore di una impietosa critica del capitalismo. Se, difatti, Nick Land attribuiva ad esso una valenza rivoluzionaria, Fisher lo considera quale causa di immobilità. Egli sostiene infatti, che il capitalismo abbia totalmente monopolizzato ed inaridito le capacità immaginative del genere umano, assumendo la valenza di unica soluzione possibile, rendendo impossibile la nascita di nuove idee e quindi, la possibilità di un’alternativa. Le prime vittime di questa logica, sono le «sinistre», che avendo interiorizzato tali logiche, ne sono divenute totalmente succubi ed incapaci a fuoruscirne.
Un’idea ribadita ed ulteriormente approfondita da Alex Williams e Nick Srnicek, autori di Manifesto Accelerazionista, Inventare il futuro e Per un mondo senza lavoro. Sulla falsariga di quanto preconizzato da Toni Negri in Impero, con l’idea di “masse desideranti”, Fisher, Williams e Srnicek, concordano sulla idea di un percorso di liberazione dall’alienazione capitalista, tramite il desiderio, visto che, in base a quanto precedentemente detto, non si può fare riferimento ai parametri ideologici del passato. Pertanto è necessario considerare l’accelerazione del progresso tecnologico quale inedita possibilità, in grado di di migliorare la qualità della vita umana. Lo sviluppo tecnologico, sulla falsariga dell’esempio rappresentato dall’efficiente funzionamento della rete logistica di Amazon, dovrebbe quindi essere collettivizzato, per essere messo al servizio delle esigenze umane. In questo modo, attraverso l’automazione di molti settori lavorativi, si arriverebbe alla liberazione dell’uomo dalla fatica e dall’alienazione del lavoro, permettendo a quest’ultimo di sostentarsi tranquillamente grazie alla garanzia di un reddito universale. Il tutto, chiaramente supportato da tecnologie “green”, cioè a basso impatto ambientale…
Collocatosi fuori dal giro per diversi anni, a causa delle sue dipendenze da droghe varie, Nick Land prenderà un’altra strada, totalmente diversa da quella dei suoi succedanei allievi. Sempre rimanendo attaccato all’idea della necessità di accelerare, sino ad arrivare ad esasperare il processo Tecno Economico, non per liberare l’uomo dalla schiavitù e dall’alienazione capitalista, bensì per arrivare a far sì che sia la stessa Tecno Economia o, se volete, il Capitalismo, a sbarazzarsi dell’elemento umano, facendo di se stesso, un “iperoggetto”. Il che tradotto in poche parole, facendo della Tecno Economia un “Pensiero Pensante”, una vera e propria eggregora materiale, che sopravvive autonomamente e che prescinde dall’esistenza e dall’umano pensiero. Non per niente, in questa sua “seconda vita” intellettuale, Land si è trasferito in quella Cina capital comunista, nella quale egli ravvisa l’inizio della realizzazione della sua “distopia”, nella quale concepisce un mondo composto da tante città-stato, realizzate sulla falsariga di tante Silicon Valley.
Qui si è realizzata la cosiddetta “singolarità tecnologica”, ovverosia quel punto del progresso scientifico in cui l’innovazione è esponenziale e autogenerata dagli avanzamenti stessi della tecnica. La stessa democrazia, divenuta oramai d’ostacolo allo sviluppo di queste realtà, è stata sostituita da consigli di amministrazione, a loro volta retti da amministratori, posti a vie di mezzo tra informatici e “re-lucumoni”, nella fattispecie di una teocrazia tecnologica.
Ciò che Nick Land preconizza costituisce il cosiddetto “Dark Enlightement/Illuminismo Oscuro”, una vera e propria distopia che trova il suo fondamento nel già citato concetto di iperstizione che rompe la linearità spazio temporale classica della futurologia: ciò che succede, è già successo nel futuro. L’iperstizione si fa così praxis della distopia, intendendo esasperare il presente, poiché questo si faccia profezia autoavverante del futuro. Quanto preconizzato da Nick Land, costituisce il cosiddetto “Accelerazionismo Oscuro”, ovverosia l’ala di “destra” di questa nuova istanza ideologica. Tant’è che, ad interessarsi ad esso, oltre a personaggi del calibro di uno Steve Bannon o di un Peter Thiel, (per intenderci, il fondatore di Pay Pal, sic!), sono anche tutti quegli ambienti, in qualche modo ricollegabili alla destra radicale suprematista americana, la cosiddetta “alt right”. Nelle sue elucubrazioni, lo stesso Land, sembra sia stato influenzato da suggestioni esoteriche e da richiami a certo (confuso…) tradizionalismo.
Le teorie accelerazioniste di Land, sono viste quale forma di sintesi post moderna tra niccianesimo e futurismo, animate da una potente fascinazione per la Tecno Economia. Teorie queste, che sembrano avere un passato parallelo con il Cosmismo russo di Fiodorov e di Bogdanov, che tramite la tecnica puntavano all’immortalizzazione dell’ “uomo nuovo”, il proletario sovietico, attraverso la conquista e l’espansione nello spazio. Ma di “Accelerazionismo” si può parlare anche in un senso più lato, intendendosi con questo, la prassi di portare il modello capitalista e globalista occidentale alle sue più estreme contraddizioni, al fine di innestare un processo rivoluzionario di sinistra o di destra, che dir si voglia. L’idea landiana di “neo reazione”, imperniata su un concetto di profonda diseguaglianza tra gli esseri umani, non dovrebbe, però trarre in inganno chi pensasse di trovarsi di fronte al tentativo di ricostituire un modello sociale, fondato su una scala gerarchica costituita da valori spirituali, nella fattispecie di una specie ordinamento esoterico ed iniziatico post moderno, all’insegna di una predominante dimensione tecnologica. Questo perché, l’assegnare al capitalismo il ruolo centrale di motore per il cambiamento, significa porre sic et simpliciter, al centro della riflessione l’economicismo, rappresentato dal più materiale di tutti i beni: il denaro. Pertanto se da una parte, con l’accelerazionismo di Nick Land, si rischia di perorare l’avvento di una società gestita con i parametri di un’azienda, incentrata su un’idea di assoluta centralità e predominio della Tecno Economia, dall’altro lato, quello progressista, si ricade nuovamente nell’inganno dell’utopismo che, nel preconizzare un’umanità finalmente libera dagli obblighi del lavoro, prepara invece, un futuro di assoggettamento ed omologazione globali, ad un unico modello di sviluppo, ben rappresentato dall’idea di un salario universale di cittadinanza.
Il concetto di “Accelerazionismo” può essere indicativo di una prassi volta a stravolgere definitivamente, mettendone in risalto, le contraddizioni del sistema capitalista globale, nel ruolo di vera e propria metafora d’azione. Ma non può divenire il mezzo per veicolare e fare della Tecno Economia, il centrale punto di riferimento dell’intera civiltà umana. La spinta al futuro, il volersi proiettare oltre la sin troppo limitante condizione umana, devono vedere nell’ utilizzo della Tecnica e dell’Economia, un semplice ed aleatorio mezzo e non un fine, perché in questo caso ne va della perdita di quella “humanitas”, di quella centralità spirituale dell’uomo, che dovrebbe essere la priorità assoluta di qualsiasi narrazione ideologica ed invece, come abbiamo avuto modo di riscontrare, non lo è affatto. Con tutti i rischi annessi e connessi.
Quello dell’”Accelerazionismo” deve essere considerato uno spunto ed in quanto tale, può anche non esser colto nel suo attuale significato ideologico, bensì essere soggetto ad una interpretazione più estesa. Come abbiamo già visto, l’ idea di “accelerazione” può anche esser interpretata quale spinta allo stravolgimento del tempo unilineare globale, finalizzato al dominio universale della Tecno Economia. Un momento volto ad accelerarne le evidenti contraddizioni, senza per questo, arrivare alla completa alienazione e perdita di specificità della umana natura. Oggi, più che mai, l’Occidente e l’umanità intera, sono affacciati sull’orlo di un abisso, dalla natura di vero e proprio bivio ontologico, tra l’ alienazione tecno-economica e la possibilità di addivenire ad un superiore stato di esistenza, attraverso il superamento di quei limiti e di quelle chiusure mentali che ne hanno, sinora letteralmente tarpato le ali. A questo compito di risveglio è deputato, in primis, l’Occidente, là dove il sole va a cadere, per poi rinascere a nuova vita, in nome di una plurimillenaria vicenda. A noi tutti e ad un moto di collettivo risveglio delle coscienze resta, dunque, la scelta.
BIBILIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Umberto Bianchi-Alle Origini della Globalizzazione, Nuove Idee, Roma, 2005
Nick Land, Collasso, trad. Valerio Cianci, Luiss University Press, Roma, 2020
Nick Land, Illuminismo oscuro, GOG, 2021
Nick Srnicek e Alex Williams, Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro, traduzione di Fabio Gironi, Roma, Nero Editions, 2018
UMBERTO BIANCHI
classe 1960, è giornalista, opinionista ed editorialista, specializzato nella pubblicazione di saggi e di analisi su disparate tematiche. Già Direttore del Quotidiano “on line” di ispirazione sovranista, “L’Unico”, è stato collaboratore di lungo corso del quotidiano “Rinascita” e del periodico “on line” “Il Fondo/Magazine di Miro Renzaglia”, presso i quali ha pubblicato la maggior parte dei propri saggi, altresì reperibili presso il catalogo di “Arianna Editrice”. Ha anche scritto sulle pagine del periodico “Il Ribelle” di Massimo Fini, oltre ad aver precedentemente collaborato con “Orion” ed “Il Giornale d’Italia”. Nel 2005 ha dato alle stampe, per i tipi di “Nuove idee” “Alle origini della Globalizzazione/ Per una revisione del pensiero”. Ha pubblicato i propri saggi anche sulle pagine della rivista on line “Scuola Romana di Filosofia Politica” diretta ed animata dal Prof. Giovanni Sessa e nell’Ottobre 2011, inoltre, prende parte alla stesura del libro-manifesto “Per una Nuova Oggettività/Popolo-Partecipazione-Destino”, a cura della Heliopolis Edizioni, con il saggio “Post Modernità e Nuova Oggettività”. Nel Novembre 2014, sempre per i tipi della Heliopolis Edizioni, ripete l’esperienza della partecipazione alla stesura di un’altra antologia, “Non aver paura di dire…”, con il saggio “Elogio della Moto Avventura”. Nel 2015 pubblica , per i tipi della Carmelina Edizioni, il saggio “Il fascino discreto dell’Occidente”. Relatore in numerose conferenze e convegni, molti dei quali incentrati sulla religiosità tradizionale di ambito greco-romano, con uno sguardo ad altre tradizioni, a cura delle associazioni “Pietas” ed “M.T.R.”, Nel 2021, assieme ad altri relatori, prende parte alla pubblicazione di “Covid 19-Opportunità o minaccia…), pubblicato da Solfanelli Editore. Relatore in numerose conferenze e convegni di varie associazioni e circoli culturali, a partire da quelli organizzati e realizzati con grande frequenza e partecipazione di pubblico dai “Convegni di Storia” dell’associazione “Cultura in Cammino”, (ai quali prende attivamente parte da più di un decennio a questa parte…) diretti da Giovanna Canzano. Ha anche partecipato, sempre come relatore a diversi convegni organizzati dalla rivista on line “Ereticamente” presso la quale ha pubblicato altri saggi, alcuni dei quali, riguardanti la dottrina Ermetica, di taglio prettamente esoterico. Nel Novembre 2021 fonda l’Associazione Culturale “Progetto Nuova Sintesi”, attraverso la quale organizza numerosi convegni di tema politico, filosofico e letterario. Tuttora, Umberto Bianchi, continua nella sua collaborazione con “Ereticamente”, per quanto attiene la pubblicazione di scritti di analisi strettamente politico-economica ( altresì reperibili sulle pagine della rassegna stampa di “Arianna Editrice”) e con “Pagine Filosofali” per quanto, invece, riguarda la trattazione di temi concernenti l’ambito prettamente esoterico e filosofico, assieme all’organizzazione congiunta di convegni, come quelli organizzati e patrocinati a Roma ed in varie città d’Italia per la ricorrenza dell’Anno Evoliano 2024, per la vicenda del Gruppo di Ur nel 2023, o i vari convegni organizzati sempre in Roma, per la ricorrenza del 21 Aprile.