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Il Bosone di Higgs e la Tradizione Ermetica – Federico D’Andrea (*)
Si è fatto un gran parlare negli ultimi tempi della scoperta, non più teorica, del bosone di Higgs. Il termine bosone di Higgs deriva dal nome del britannico Peter Higgs, che nel 1964 ne aveva ipotizzato l’esistenza. Alcuni lo hanno definito, molto impropriamente, “la particella di Dio”, in quanto, secondo la fisica, la materia, se non esistesse tale particella, non avrebbe massa e quindi non diventerebbe percepibile nello spazio-tempo. Cerchiamo di spiegare in termini molto semplici il significato del bosone di Higgs e la sua importanza per la fisica attuale.
Una particella come questa è necessaria. Infatti essa può essere vista come un mattone fondamentale, del quale la fisica contemporanea ha bisogno per completare la principale delle sue teorie – il Modello Standard – sulla formazione e sulla natura intima della materia.
Il Modello Standard può essere definito come un catalogo, nel quale vengono previsti ed indicati tutti gli ingredienti fondamentali dell’universo, così come lo conosciamo. Semplificando, in esso sono comprese 24 particelle elementari organizzate in due famiglie: i quark e i leptoni, che sono i veri e propri mattoni della materia, che troviamo presenti sia nell’infinitamente piccolo sia nell’infinitamente grande. Nel Modello Standard è inoltre compresa una famiglia di altre 12 particelle, che sono i messaggeri delle quattro forze della natura (gravitazionale, debole, elettromagnetica e forte). I messaggeri previsti dal Modello Standard sono sei in tutto: Z, W+, W-, gluone, fotone, bosone di Higgs. Il portatore della forza Gravitazionale (Gravitone) non è parte del Modello Standard.
Va anche detto che tutte queste particelle, secondo la Teoria delle Stringhe, si diversificano una dall’altra esclusivamente per la frequenza vibratoria della “stringa”, che può anche essere considerata come una unità di vibrazione. Quindi non dei corpuscoli indivisibili, ma piuttosto delle forme di vibrazione di un costituente unico dell’esistente: la stringa. Scrive Brian Greene, La Trama del Cosmo, Ed. Einaudi – p. 21 e segg.:
“Secondo il Modello Standard che ha dominato per molto tempo, la materia è composta da particelle, elettroni e quark, viste alla stregua di corpuscoli puntiformi indivisibili, privi di dimensione e di struttura interna. Il modello standard sostiene, e gli esperimenti lo confermano, che queste particelle si combinano in vari modi a formare protoni, neutroni e l’ampia gamma di atomi e molecole che costituiscono tutto ciò che vediamo. La teoria delle stringhe afferma tutt’altro: non nega il ruolo essenziale degli elettroni, quark e tutto il resto, ma ritiene che queste particelle non siano puntiformi, bensì formate da un sottile filamento di energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico (molto più piccolo di quanto possiamo attualmente misurare), simile a una cordicella.” – La stringa è come fosse una piccola “unità di vibrazione”.
Quindi la materia, secondo la Teoria delle Stringhe, è formata e costituita da vibrazioni. Continuiamo con Brian Greene, op. cit., p. 21 e segg.:
“Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi, ognuno dei quali produce una nota musicale differente, anche i filamenti della teoria delle stringhe possono vibrare in più modi. Le loro vibrazioni non producono però note diverse, ma proprietà diverse delle particelle. Una minuscola stringa che vibri secondo un determinato modello ha la massa e la carica elettrica di un elettrone e, in base alla suddetta teoria, sarebbe dunque ciò che tradizionalmente chiamiamo elettrone. Una minuscola stringa che vibri in modo diverso possiede proprietà tali da essere identificata come quark, neutrino o come qualsiasi altra particella. Nella teoria delle stringhe tutti i tipi di particelle sono unificati, dato che ognuno ha origine da una configurazione vibrazionale diversa prodotta però dallo stesso tipo di stringa.”
Quindi la diversità della materia è generata solo da una diversità di frequenza di vibrazione della stessa unità fondamentale di vibrazione: la stringa. La stringa, che deve quindi essere intesa come una unità di vibrazione: sarebbe meglio non pensarla come qualcosa di fisico che vibra, ma come una vibrazione pura, un’entità energetica. Tutti questi componenti della materia, che si potrebbero definire anche come stati vibratori diversi di uno stesso componente di base, sarebbero non percepibili senza una massa: è il bosone di Higgs che li costringe a interagire tra loro e ad aggregarsi. Una delle descrizioni più celebri paragona il bosone di Higgs a un personaggio famoso che entra in una sala piena di persone, attirando intorno a sè gran parte dei presenti. Mentre il personaggio si muove, attrae le persone a lui più vicine mentre quelle che lascia alle sue spalle tornano nella loro posizione originale e questo affollamento aumenta la resistenza al movimento. Vale a dire che il personaggio acquisisce massa, proprio come fanno le particelle che attraversano il campo di Higgs (o interagiscono con il bosone di Higgs): le particelle interagiscono fra loro, vengono rallentate dall’attrito, non viaggiano più alla velocità della luce e acquisiscono una massa.
Quindi è come se la vibrazione, originariamente alla velocità della luce, priva di massa e quindi non appartenente allo spazio-tempo, acquisisse, interagendo con il bosone di Higgs, una massa e quindi comparisse nello spazio-tempo. Tutta questa complicata descrizione della genesi della materia, richiama la genesi della materia riportata dalla Tradizione Ermetica. In una matrice energetica priva di forma e che può assumere tutte le forme – l’egizio Noun, una Vergine, un Mercurio Puro – viene imposta una certa vibrazione (ecco la stringa che assume forme di particelle diverse a seconda della sua modalità di vibrazione) e tale vibrazione viene fissata, condensata, in massa grazie ad un Fuoco stiptico che contrae, definibile in Alchimia, anche come Zolfo. Quindi un mare energetico con forme vibratorie (paragonabile alle particelle/stringhe) ed un Fuoco che fissa (il bosone di Higgs), dando massa. Le particelle energetiche perdono la velocità della luce ed assumono quindi massa, entrando nello spazio-tempo.
Un brano di Schwaller De Lubicz [La Teocrazia Faraonica – Ed. Mediterranee – p. 59] offre al ricercatore attento ulteriori stimoli di riflessione sulla natura intima della materia e sull’origine della massa:
“É possibile pensare in maniera diversa che basandosi sul principio dell’atomismo per quanto riguarda la materia? Non si tratta semplicemente di una comodissima ipotesi? Non è forse, in realtà, la massa che interviene, con in più le quattro Qualità? La massa è indissociabile dalla densità. Cosa significa ‘densità’? Una quantità ed un volume dati. É una quantità di atomi oppure una quantità ‘magnetica’? Ci troviamo costantemente di fronte a due tendenze, a due energie che sono magnetiche, cioè attrattive e repulsive, ed elettriche, altrettanto attrattive e repulsive. L’attrazione non è forse uguale, vale a dire magnetica, e la repulsione non è sempre la stessa, vale a dire elettronica? Dunque, due energie: l’una attira a sé, l’altra respinge; quella che attira determina il peso. Non sono forse le stesse forze che, in fisiologia, formano il simpatico e il parasimpatico?
Noi conosciamo l’effetto magnetico meccanicamente, come reazione a un circuito guidato elettrico e, inversamente, conosciamo anche un effetto elettrico circoscritto attorno ad un effetto magnetico. Ma, in questo caso, abbiamo sempre a che fare esclusivamente con dei corpi portatori della energia meccanica o chimica, e non di energia in sé e per sé. Ebbene, questa energia duale deve esistere nell’Universo, in maniera indipendente da un corpo portatore … e realizzare la forma corporea come congiunzione. Tutto ciò è difficile da capire, ma, posto come ‘ipotesi’, sarebbe sicuramente più fecondo che non l’ipotesi dell’atomo corporeo e potrebbe anche aprirci la porta verso una scienza vitale e non più inumana.”
In modo molto sintetico, Kremmerz scrive: “Io credo nell’Amore che fissa nell’attimo che vola la Parola che crea”. Ecco il Fuoco condensatore – Zolfo – che dà massa e consistenza nello spazio-tempo ad una vibrazione in-formata – la Parola, Verbo, Azione, Moto, Mercurio.
Intelligenti pauca …
Federico D’Andrea