Sul Bestiario di Roma di Alfredo Cattabiani – Giovanni Sessa
L’estate di Cefalù – Sapah Zimii
“Fa’ ciò che vuoi sarà tutta la Legge”
Era l’estate del 1999, un agosto torrido, in cui stavo combattendo le mie ultime battaglie adolescenziali verso decisioni importanti, scelte di vita, richiami ancestrali degli Dei. Furono una serie di circostanze improvvise che mi spinsero a partire attraversando lentamente l’Italia, facendo poche e mirate tappe, in un pellegrinaggio che aveva come meta uno dei luoghi che da sempre avevo sentito per me importanti: L’Abbazia di Thelema a Cefalù. Arrivai in paese due giorni dopo ferragosto e nonostante il caldo che mi rendeva sempre costantemente madido di sudore, il mio primo pensiero fu cercare la direzione per la contrada Santa Barbara. Ottenute le informazioni necessarie andai a riposare, pianificando una mattinata di esplorazione e ricerca. Oggi potrà sembrare strano, ma all’epoca non c’erano smartphone e internet cominciava solo allora ad essere vagamente conosciuto, di certo non era ancora entrato nelle case della gente, quindi le notizie che avevo erano solo voci e informazioni raccolte cercando di non dare troppo nell’occhio, perchè, anche se in stato di abbandono, l’edificio era ed è tutt’oggi privato. Identificai subito la collina in quanto un moderno stadio vi era stato costruito, ma girai molto, sotto il sole cocente, senza trovare nulla. Caldo e disidratazione cominciavano a farsi sentire e stavo quasi per rinunciare all’impresa quando decisi di giorcarmi un’ultima carta: telefonare ad una persona che sapevo esserci già stata e cercare di farmi dare qualche altra informazione, ora che comunque avevo visto in prima persona la topografia locale. Per fortuna rispose e mi diede indicazioni perfette: l’Abbazia era praticamente sotto i miei occhi, ma talmente nascosta dalla vegetazione che nessuno avrebbe pensato di cercarla lì, così a ridosso dello stadio oltrettutto. Ma ridosso è dir poco… chi ha progettato lo stadio lo ha fatto costruire praticamente attaccato… Comunque, una volta compresa l’esatta locazione, mi gettai subito nel folto della boscaglia e, d’un tratto ecco… avevo dinnanzi a me quel che restava del Collegium Ad Spiritum Sanctum, la residenza di Crowley in Italia dal 1920 al 1923! Identificai immediatamente una possibile entrata e mi ritrovai nella Camera degli Incubi.
*******************
Crowley era arrivato a Villa Santa Barbara, a Cefalù, il 2 aprile 1920 ev dietro suggerimento dell’Oracolo dell’Y King, a cui si era rivolto per trovare un luogo adatto a fondare una comunità con cui lavorare per la diffusione della Legge di Thelema. Le alternative erano Marsiglia o Capri ma l’Oracolo aveva suggerito proprio Cefalù, identificandola come Terra di Lingam, niente di più appropriato per il compito che Therion aveva in mente. Nel viaggio verso la Sicilia, Crowley aveva soggiornato anche a Napoli. Arrivato a destinazione scrive:
“Siamo ad una quota piuttosto alta, sul collo della penisola e possiamo vedere Palermo a Ovest, il mare a Est, a sud si levano le colline, verdi di alberi e d’erba. Il mio giardino è pieno di fiori e di promesse di frutta.”
Nei tre anni successivi questa fu la sede di grandi traguardi e di altrettanto grandi tragedie, che cambiarono molto l’uomo e il Mago, portandolo alle vette dell’Iniziazione attraverso inimmaginabili perdite, in primis la sua adorata figlia Poupee, pochi mesi dopo il loro arrivo e due giorni dopo il suo quarantacinquesimo Genetliaco, nell’ottobre del 1920 ev. Era riuscito ad andare avanti solo dedicandosi completamente alla Grande Opera, incarnando completamente quel Fato che gli Dei avevano tramato per Lui e per il nascente Eone. Non è mia intenzione ripercorrere completamente qui gli anni dell’Abbazia, perchè sono stati intensissimi e hanno visto successi e sconfitte anche di molti discepoli, ma vorrei continuare sul filo del mio personale sentire a narrare gli accadimenti relativi ad uno di essi in particolare. Ci troviamo nell’estate del 1922 ev e un laureando di Oxford, Raoul Loveday, sposa una modella nota nei circoli artistici londinesi, Betty May. Tra le altre cose Raoul da due anni studia gli scritti della Bestia, pur senza averla mai incontrata e così, quando una sera, in un locale di Soho, una loro amica Betty Bickers si offre di presentargliela ne è subito entusiasta. Betty May scriverà poi nella sua biografia che in seguito a quell’incontro Raoul starà via di casa due giorni e due notti e che la terza verrà svegliata da sinistri rumori e lo troverà impolverato e puzzolente mentre tenta di arrampicarsi dalla grondaia… Ma evidentemente per Raoul l’incontro era andato benissimo e Crowley rappresentava esattamente ciò che stava cercando:
“Questa è la Virtù della Magia della Besta 666: penetrare i veli di ogni sacrario, avanzare per abbracciare ogni immagine… E il Fuoco rivelerà ai suoi occhi la sua stessa immagine nella vera Gloria: e gli dirà all’orecchio il Mistero che è il suo vero Nome”.
Ma anche Loveday colpisce Crowley positivamente:
“Era un personaggio straordinario. Possedeva tutte le qualità per divenire un mago di prim’ordine. Fin dal primo colloquio lo designai mio Erede Magico”.
Betty prova in ogni modo ad allontanare il marito dalla figura del Mago, anche cambiando casa, ma gli Dei hanno altri progetti per Raoul, una Strada tracciata che porta dritto verso Cefalù. Crowley infatti deve rientrare in Sicilia, ma prima di partire offre ai Loveday il modo per ottenere il denaro per raggiungere la sua Abbazia, contattando una persona che sicuramente si sarebbe fatta carico delle spese. Quando arrivano i sentimenti dei due sposi continuano su questa lunghezza d’onda: Raoul sempre più coinvolto, mentre Betty è scettica e critica verso alcune abitudini degli abitanti, tuttavia entrambi firmano il Giuramento di affiliati:
“Io, desiderando abitare nell’Abbazia di Thelema, faccio Giuramento: rinnego, abiuro e dispregio qualsiasi impegno verso gli dei e gli uomini e accetto la Legge di Thelema come mia sola Legge; affermo che il Liber Legis è Parola di Verità e Regola di Vita e voto completamente me stesso, senza esitazioni, corpo e anima alla Grande Opera, cioè alla proclamazione e alla realizzazione della Legge di Thelema. Accetterò irrevocabilmente e senza discuterele condizioni di vita dell’Abbazia di Thelema, mi atterrò ai suoi ordinamenti, ed usanze, come dichiarato nei Libri LII, CI, CXCIV e sosterrò l’Autorità della Donna Scarlatta e del Suo Signore, la Bestia 666.”
Nello stesso giorno Raoul entra a far parte dell’Astrum Argentinum con il motto di Frater Aud. Ecco da un suo scritto le sue impressioni sulla vita all’Abbazia:
“La cittadina è molto bella, un gruppo di case color limone stretto fra gli artigli di una roccia titanica che ha approssimativamente la forma di un leone accucciato. Uno degli abitanti del luogo ci ha fatto da guida, perchè siamo arrivati al crepuscolo. Siamo saliti sulla ripida collina poco lontana dal paese, dove sorge l’Abbazia. La prima cosa che abbiamo notato sono le parole Fa’ ciò che vuoi sarà tutta la Legge dipinte sopra l’ingresso principale della casa bianca che stava davanti a noi. Poichè questa è la parola d’ordine e il saluto degli abitanti dell’Abbazia, bisogna spiegare subito che non proclama affatto l’adempimento di ciò che uno crede di volere, bensì di ciò che uno dovrebbe pensare di volere: della Vera Volontà, insomma.
La porta dava nel Tempio, una grande sala quadrata, sulla quale si aprono le altre cinque stanze. Abbiamo notato subito un incensiere pompeiano di bronzo e un altare esagonale posto al centro del cerchio magico dipinto sul pavimento a mattoni rossi.
Eravamo stanchi per il viaggio e siamo andati subito a letto. All’alba siamo stati svegliati dal suono del tam-tam e dal canto della parola d’ordine dell’Abbazia. Abbiamo raggiunto gli altri sulle pendici della collina coperta di olivi: tutti levavano le braccia verso il sole e gridavano:
Salute a Te, che sei Ra al tuo sorgere, che sei Ra nella tua Forza, che attraversi i cieli nella tua barca al sorgere del Sole. Salute a te che vieni dalle Dimore della Notte.
Non so espremere l’esultanza che ho provato mentre respiravo la dolce aria del mattino che portava il canto verso il sole splendente e dorato… e avevo lasciato Londra avvolta in una nebbia densissima e sporca!
Il resto della mattina è stato impiegato, come al solito, in questo modo: le donne hanno fatto la spesa, cucinato e scritto a macchina; noi due uomini, la Bestia e io, abbiamo scritto. […]
L’aria fine mi ha fatto venire una fame tremenda. Il pranzo consisteva di carne, frutta e forte vino siciliano. Mi sono accorto che questo pasto veniva consumato in silenzio e c’era la possibilità di soddisfare l’appetito, di favorire la digestione e di esercitare la mente. Abbiamo trascorso la prima parte del pomeriggio in un modo che vorrei far conoscere a quanti ritengono che gli abitanti dell’Abbazia di Thelema sprechino il tempo nell’ozio e in divertimenti malsani. Infatti siamo andati a scalare la Rocca. La Bestia, che è alpinista famoso, ci ha guidati in cordata su per una contrafforte di roccia nuda, fino al luogo in cui sorgeva l’antica città, con il suo Tempio di Giove e i Bagni di Diana, oggi ridotti a splendide rovine. Siamo tornati affamati per l’ora del thè. Poi è venuto il Rituale del Pentagramma.
[….]
Poi abbiamo chiacchierato, giocato a scacchi e suonato il mandolino; verso le nove siamo andati a letto, a leggere o a dormire.”
Sembra una descrizione idilliaca, eppure dopo qualche tempo il giovane comincia a sentirsi male e il medico del paese diagnostica una infezione alla milza e al fegato. Betty è convinta che il marito stia male a causa di un rituale in cui, a sua detta, aveva bevuto del sangue di gatto. In realtà Raoul ha bevuto da una fonte, nella campagna vicino al paese, nonostante Crowley avesse vietato espicitamente di abbeverarsi lì. Crowley redige persino un oroscopo e quel che prevede non è semplice da affrontare, tutto sembrerebbe indicare l’approssimarsi della morte dell’allievo prediletto, il giorno 16 di febbraio, verso le quattro di pomeriggio. I nervi diventano tesi nei membri dell’Abbazia e sovente scoppiano litigi, soprattutto Betty non regge la tensione e in seguito ad una violenta crisi isterica fa i bagagli e se ne va. Una lettera del marito la fa poi tornare, ma nel frattempo ha già spedito le sue lamentele al console inglese a Palermo. Tuttavia la situazione di Raoul peggiora, il medico diagnostica una enterite acuta e, nonostante gli sforzi delle cure, Loveday muore esattamente il giorno e l’ora pronosticata dal Maestro. Betty scrive nel suo libro, Tiger Woman, che Crowley era sceso con lei in città per mandare dei telegrammi e sulla via del ritorno si ferma sul sentiero per compiere l’Adorazione al Sole, vivendola quasi come una preghiera all’allievo morente, con le guance solcate dalle lacrime. Subito dopo sarebbe arrivata di corsa Leah con la notiza del trapasso….Sconvolto dalla perdita Crowley trascorre la notte a vegliare sul cadavere, con la bacchetta in pugno, mormorando formule e mantra.
La bara viene portata via la mattina, accompagnata dal Maestro in abiti cerimoniali, compreso l’anello della Visione con cui aveva esplorato gli Aethyr nel deserto. Il corpo del giovane viene sepolto nel cimitero locale. Scrive Betty: “Il sole faceva scintillare le cupole bianche delle cappelle e in lontananza il mare si scagliava contro le rocce. Il Mistico alzò la bacchetta magica.” Therion suona la Campana e legge il Liber Legis e un suo monologo. Al termine della cerimonia il Mago, stremato, risale all’Abbazia e si chiude nella Camera degli Incubi. Rimarrà malato per quasi tre settimane. Lo scalpore della notizia e le dichiarazioni di Betty May una volta rientrata a Londra, tra rabbia e desiderio di vendetta, sanciscono l’inizio della fine dell’esperienza comunitaria di Cefalù. Il 23 aprile 1923 ev Crowley viene convocato dalla Polizia di Cefalù ed espulso dall’Italia.
***************
In quella Camera degli Incubi dove tutto era finito, tutto stava invece iniziando per me, dopo più di settant’anni… un percorso che mi avrebbe fatto scoprire insondabili bellezze e vertiginosi abissi, sorretto sempre da una affermazione di Frater Aud, forse il motivo che mi aveva portato ad essere lì tra quelle pareti:
“E’ la Magia, la Magia che mi rapisce”
Amore è la Legge, amore sotto il dominio della Volontà
Sapah Zimii
(Associazione Fosforo e Mercurio di Genova)