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 Kant, Goethe e l’ “egoismo” artistico – Stefano Eugenio Bona
Arte Filosofia

Kant, Goethe e l’ “egoismo” artistico – Stefano Eugenio Bona

05/10/2021 0 Comment

Questo intervento è volto a tutti gli inattuali e a tutti coloro che sentono il problema della destinazione dei ministri del pensiero: musica, arte e poesia. Le mie riflessioni nascono dalla consapevole e necessaria solitudine essenziale, connessa ad ogni percorso di ricerca nell’arte, mentre la morsa del mondo della tecnica esaurisce e nasconde la spinta organica del sentimento panico. Mi rivolgo al sentor di panteismo stoico, rappreso nelle nature che mirano ad oltrepassare la volontà della nostra epoca, e al contempo rappresentarsi come una fissazione. Il poeta deve fissarsi in un caracollare infinito. Concentrarsi ed espandersi. Osare l’impossibile, scavallando quelle continue uccisioni di cigni operate dal buon borghese: perseverare è tutto.

Per esemplificare un sentiero autentico, torna senza dubbio d’attualità la figura statuaria di Goethe. A maggior ragione in opposizione allo spirito kantiano, che in modo più o meno esplicito e consapevole, permea la struttura dell’Occidente. La pretesa del moralismo kantiano di reggere l’intero valore della vita, si sposa perfettamente con il dispotismo dei doveri mercantilistici, ed è precisamente ciò che lo spirito goethiano trova intollerabile: la violenza perpetrata verso tutti gli altri elementi, anche vitalistici, dell’esistenza. Kant ha imposto l’impossibile alla ragione, solo per avere meno bisogno della percezione sensibile nel mutamento: ove il Genio però opera un’unione misteriosa con tutti gli altri esseri, con leggi sue proprie, e  si può allontanare dai doveri che derivano dalla scissione dell’individuo. Kant riesce a salvare la propria filosofia dalle critiche e, a donare una pretesa fondativa, mediante una semplice operazione: la morale minacciata dal relativismo empirista, la scienza minacciata dallo scetticismo, la metafisica minacciata dalla scienza avevano bisogno di un salvatore. Tenere quindi insieme una visione del mondo, salvaguardando questi tre campi, fu la sua unicità. Ed è ad oggi un sistema attuale, per preservare da quei ricercatori spirituali in cerca di “nuovi inizi”. In Kant c’è sempre la materia da conoscere e una forma che viene fornita dalla ragione. Proprio ciò che determina l’allontanamento dell’uomo dal sentimento di totalità. Il mondo moderno è realmente in-formato dalla convinzione di poter conoscere soltanto fenomeni, per seguire il konigsberghiano… Si può dire che, mentre Kant ha stilato un quadro che doveva compiere, Goethe compì in sé un mondo. Si risolse nel suo cerchio.

Immanuel Kant

Alla pretesa kantiana di voler separare la ragione dall’esperienza sensibile e dalla sua induzione quotidiana, per giungere ad epurare il linguaggio stesso per mezzo della ragione, dai suoi elementi sensibili, Goethe oppone il sacramento del linguaggio: deduzione della necessità interiore di attualizzare la Parola cosmicamente, in un solo movimento, in un solo Amore. Il tratto decisivo per porre in luce l’attuale importanza di questo scontro di Weltanschauung, viene delineato da queste pagine di Georg Simmel [1]:

“La reazione all’idealismo speculativo che caratterizzava la concezione del mondo dell’inizio del XIX secolo fu il materialismo degli anni Cinquanta e Sessanta. Il bisogno di una sintesi, che superasse le due posizioni componendone il contrasto, impose negli anni Settanta un ritorno a Kant. Ma la soluzione scientifica, la sola che egli potesse fornire, doveva essere compensata da una concezione che le fosse complementare e che la rendesse più equilibrata. Gli interessi estetici che all’inizio del secolo assunsero in ampia misura la guida della vita spirituale e che, sotto vari aspetti, non sono senza effetto sulla imminente trasformazione dello spirito tedesco, sembrarono mostrare una strada in questa direzione. Dal momento che essi tornano ad accogliere lo spirito nella realtà, in una maniera che si opponeva a quella kantiana e che in qualche modo la completava, si concretarono nell’invocazione di un ritorno a Goethe. Le due vie lungo le quali Kant supera quel fondamentale dualismo sono entrambe senza uscita per Goethe: egli non si pone in mezzo ai fenomeni affinché l’io e le funzioni della conoscenza li accolgano in quanto pure rappresentazioni, né d’altra parte può accontentarsi dell’idea della cosa in sé al di là di essi e della sua inafferrabile assoluta unità“.

Inoltre si ravvisa un’altra connessione [2]:

“Kant contribuì a fondare il moderno spirito scientifico, fu lui che da una parte stabilì una connessione tra il valore realmente scientifico del sapere e la sua conformità a principi matematici e che restrinse però d’altra parte la validità della matematica alla forma della nostra visione e negò la conoscibilità di tutto ciò che non può apparire immediatamente alla vista; lui che interpretò lo spirito e la finalità della natura come una “massima soggettiva” della nostra valutazione della natura, negando a tale giudizio la facoltà di spingersi a toccare il suo essere più autentico; lui che riconobbe con crudele acutezza il divergere dei nostri più profondi bisogni essenziali e si vide costretto a concedere alla fine a quel bisogno di armonia il pietoso conforto di una fede trascendentale“.

A Goethe, all’uomo davvero cosmico non può servire la gute Wille, nemmeno con il potere più assoluto di compierla. La libertà si applica in lui come vitale e panica immersione nel seno di una natura eraclitea; la volontà non è strumento che classifica una direzione dell’azione, poiché:

Ja, das ist das rechte Gleis,
Daß man nicht weiß,
Was man denkt,
Wenn man denkt;
Alles ist als wie geschenkt. [3]
(Sì, questa è la via giusta: / che non si sa cosa si pensa, / quando si pensa: / tutto è come donato.)
Natur hat weder Kern
Noch Schale.
Alles ist sie mit einem Male. [4]
(La natura non ha né nocciolo / né involucro, / è ogni cosa al medesimo tempo).

La profondità dell’esistenza si può raccogliere per mezzo dell’ebbrezza artistica, da flutto ebbro (direbbe Benn), poiché:

Ist nicht der Kern der Natur
Menschen im Herzen [5]
(Il centro della natura non è / nel cuore degli uomini)

Il sentire goethiano sarà sempre presente per gli ultimi convitati (o per i convitati delle ultime feste, fluendo in Villiers de l’Isle Adam…), fino a che non potrà trasmettersi il messaggio ad un’umanità finalmente ritrovata, nella modalità tratteggiata egregiamente da Gottfried Benn:

“La Natura all’interno delle sue regioni di nostra competenza, non si era ancora mai legata a un’esistenza umana con tale intensità d’espressione, neanche nei due unici casi paragonabili: Dante e Shakespeare, e ciò sia come forza naturale sia come simbolo. Questo è accaduto nel momento in cui la razza umana ha rivolto verso la terra, per l’ultima volta, uno sguardo antico, un antico pensiero, ancora aperte le ali, ma già pronta al volo, prossima a volar via. S’innalza un arco, si stabilisce una tensione metafisica che va dalla concezione primitiva di Talete – tutto è acqua, cioè tutto è uno – a quell’inno alla Natura dell’anno 1782 e a quella concezione dei fenomeni originari che attraversa tutta l’opera di Goethe: la tensione dell’intuizione contrapposta all’analisi, dell’idea contrapposta all’esperienza, della grandezza contrapposta alla dimostrazione. Si congiungono due manifestazioni epocali, quando la base della fisica antica, secondo cui l’uomo sarebbe misura di tutte le cose, l’uomo, la sua physis, la sua vita, torna a echeggiare nelle numerose parole contro l’esperienza, per l’uomo, la sua natura, la sua origine:  – Tutto il pensiero non aiuta a pensare – ,  giacché  – Bisogna esser fatti giusti per natura – , o:  – Tutti quelli che lodano esclusivamente l’esperienza non considerano che l’esperienza è solo la metà dell’esperienza – ; o la frase più incisiva: – Se io non avessi già portato in me il mondo come anticipazione, sarei rimasto cieco con occhi veggenti, e ogni esperienza non sarebbe stata altro che un affaticarsi del tutto morto e vano – “. [6]

Cercare quello sguardo antico, pronti a volar via e al contempo concentrati nella propria vocazione. Lo spunto dell’ultimo Uomo universale può servire per gettare le basi per una umanità dove si dovrà sostituire Goethe a Kant. Poiché per Goethe la Natura è allo stesso tempo lo spirito, l’idea e il divino. Per Kant invece la cosa in sé è posta in una dimensione completamente diversa da quella della natura. Quelle di Gottfried Benn, ne “Lo smalto sul nulla”, sono parole per inquadrare generazioni di letterati, non nell’intrusione nella sfera privata, ma per avere coordinate su inclinazioni talvolta inalienabili dall’opera. Chiaramente si apre il problema se la storia dei fatti sia necessaria o libera. La rigida necessità non spiegherà mai totalmente l’opera sintetica del cervello creativo, la libertà più autentica non basterà mai a risolvere l’intuito improvviso. Apuleio ci ricorda:

“Come diceva Pitagora, non ogni legno è buono per scolpire Mercurio“. [7]

Occorrono certe qualità per determinate funzioni; ma non si tratta di trattazioni sul genio di Goethe, impossibili emulazioni, il punto focale è la lontananza e la necessità del “Salto”. Solo vivendo in sé come sintesi continua, in opposizione a tutto ciò che di analitico vuole determinare confini. Da qui la necessità di affermare finalmente lo spirito di Goethe contro quello di Kant. Aristotele-Platone, Hegel-Schopenhauer, Nietzsche-cristianesimo…Per il ritrovamento della gioia del vivere-immediato nella Natura, è più necessario dipanare la dicotomia Kant-Goethe. La vita che scorre come fiumana eraclitea senza principio né fine, appare all’occhio intuitivo e alla facoltà unificante, non alla ratio e allo spirito analitico, in Faust. Dalla sostanza unica e universale, da una Natura intesa in senso spinoziano, Deus sive Natura: pulsatile ed eterno dipanarsi delle entelechie nell’immanente. Goethe quindi deriva ciò non da un pensiero a priori, ma concretamente dall’esperienza del moto in battere e levare di ogni creatura: sente l’infinità del percorso ascensionale all’interno del mondo.
Il cerchio empirico goethiano è rispondente all’antico cerchio dell’eterno ritorno orfico-misterico. Altro simbolo geometrico che raffigura l’uniformità di ciascun punto, principio e termine della continuità della Natura è il Pentagramma pitagorico: la stella a cinque punte costruibile con un sol tratto di linea, presente nella prima parte del Faust, in occasione del monologo e dell’incontro con Mefistofele. Tutto ciò raffigura la continuità della Sorgente e l’inconsistenza dell’individuo che scorpora-disseziona-analizza. Queste le parole di Goethe per esprimere il suo tedio verso questo stato di cose:

Was wir Dichter ins Enge bringen,
Wird von ihnen ins Weite geklaubt.
Das Wahre klären sie an den Dingen,
Bis niemand mehr dran glaubt. [8]
(Quello che noi poeti esprimiamo in sintesi, / diventa prolisso coi loro cavilli. / Chiariscono tanto la verità nelle cose / finché nessuno vi presta più fede.)

Vi è di più, al di là di ciò che opponiamo in Goethe e Kant, nella pura veggenza si oltrepassano entrambe le vie in cui si può nettamente applicare il principio di causalità: il realismo (figlio di una rappresentazione che sorge attraverso la causalità dell’oggetto) e l’idealismo (se invece è il soggetto-agente a soggiacere alla legge della causalità). Nel Faust, dalla parte della Natura abbiamo questi elementi: il sentimento (Gefühl), la visione (Anschauung) e l’esperienza (Erfahrung). Dalla parte dell’io campeggiano l’intelletto (Verstand) e la ragione (Vernunft). L’elemento sopraffatto è sempre quello soggettivo, considerato statico e isolatore. Ricordo a tal proposito Stalker di Tarkovskij, in un omaggio al Tao-tê-ching di Lao-tze, dal cui capitolo 76 si estrapola un estratto più o meno fedele al testo:

“Perché la debolezza è potenza, e la forza è niente…Quando l’uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido…Così come l’albero: mentre cresce è tenero e flessibile e quando è duro e secco – muore. Rigidità e forza sono compagni della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell’esistenza. Ciò che si è irrigidito, non vincerà“.

II

Fino ad ora abbiamo tracciato il sostrato stesso, l’impalcatura del sistema kantiano e il panismo goethiano. Resta da porre un ultimo sguardo sul metodo d’azione, sul portamento e il destino in una dimensione effettiva: temperamento artistico, operatività energetica.

“Il mago è un poeta. Il profeta sta al mago come l’uomo di gusto al poeta”. [9]

(Novalis)

Perché Novalis accosta il Poeta al Mago? Perché presenta il legame fluidico di questa dualità agente, in potenza suscitativa e in atto come vera e propria bacchetta: parole come evocazione nel Tempio interno, l’atto magico come unione poietica, quindi creativa, tra i piani di realtà: triplice suddivisione riunificata dallo zolfo agente della volontà. Cesellatori, catalizzatori di forze trascritte in rapsodie, passaggi, frammenti; mentre in magia l’atto sintetizzante cattura il momento scaturito tra corrispondenze e vibrazioni, legifera sui moti dell’unione tra Microcosmo e Macrocosmo. Joséphin Péladan, su questa complementarietà coniò una stupenda definizione:

“Laddove il poeta crea un accento di espressione eterna, il mago scopre una legge”. [10]

L’operazione del poeta e dell’artista deve corrispondere ad un duplice dinamismo innato: quello del Solve et Coagula. Altrimenti si parla di dispersione e di mera espressività, senza direzione e autenticità. L’artista in sé non si rende conto del potere da cui è attraversato, ma dovendo stabilire dei termini, essi possono benissimo essere quelli della tradizione esoterica. Non potendo rischiare la propria vocazione in un tentativo, il vero artigiano della parola, nell’arte dovrà cercare di calibrare un tempo dilatato verso il proprio centro egoico…Per risolverlo. L’apparente paradosso è questo…Chi si pone in apertura verso l’universalità, chi tenta il canto degli elementi e delle costellazioni nella propria ballata vitale, per operare con somma autodisciplina abbisognerà d’immergersi in una dimensione del Sé di pace e di ritiro. Lontano dallo strepito del profano, in termini heideggeriani: dal Bestimmungsgrund (fondamento determinante) all’Abgrund (fondo abissale). Dal proprio fondo, l’individuo nudo nei confronti del Tutto, si appropria del suo sentire. Il pellegrino può liberare la propria creatività solo dopo una concentrazione: da chi non sa cosa è la vera azione, da chi perde pena nel gestire il mondo come insieme di fenomeni, essa viene scorta come egoismo larvale. Da qui l’incomprensione moderna verso chi si vuol dedicare, non solo a concentrarsi…Ma ad espandersi. Operazione ancora più ardua.

Il portamento del carattere e dell’individuo che inclina la figura in quella catena d’oro delle cause platoniche, trova paradossalmente letizia nell’affondarsi e nell’effondersi come l’ultimo Uomo universale del Classico – primo Uomo del futuribile concento. Sempre Simmel delinea mirabilmente come si dovrebbe situare, in perfetta disposizione, l’azione in sé, nel recupero di ogni fibra protesa sul “fluido coagulato”, che “carica l’operatore come una pila elettrica: ma non si produce alcun effetto fino a quando non vi è una scarica, detta anche soluzione”[11] :

“In ogni sua espressione e realizzazione artistica, egli non ha manifestato altro che la sua stessa personalità: ha condotto la sua osservazione ed interpretazione dell’esistenza godendone egli stesso fino in fondo. E si ha come l’impressione che egli abbia dato origine alla sua visione della natura che pure, al di là di tutte le obiezioni che si possono opporre, presenta un’incomparabile compiutezza, fedeltà all’osservazione ed altezza di veduta, limitandosi a dar corso al naturale sviluppo delle energie del pensiero e del sentimento che recava in sé. Scrive egli all’inizio del Viaggio in Italia: “Talvolta mi fa paura tutto ciò che mi invade senza che io possa difendermene – e che torna poi a svilupparsi da dentro“. Per questa ragione lo riempiva di gioia apprendere dalle dichiarazioni di Schiller sul Meister “di aver dato piena espressione a ciò che era proprio della sua natura, in un modo che risultava poi del tutto conforme alla natura dell’opera stessa”. E solo per questo egli può pretendere dall’artista che proceda “in modo sommamente egoista“. [12]

Il distacco “egoico” che Goethe ebbe nei confronti della sistematicità è chiaramente il modo di procedere individualistico-artistico, per giungere poi a sentire come nell’Ode di Klopstock all’interno del Werther, altrimenti ogni concentrazione nella Torre del proprio operare è vana:

“…E da quel tempo il sole e la luna e le stelle possono girare a lor piacimento, ch’io non mi accorgo più se è giorno o notte, e tutto l’universo si perde intorno a me“. [13]

Il suo sapersi occhio come Sole terreno (per usare un’immagine che richiama Maestro Eckhart…), porta alla necessità di una centripeta coimplicazione: la formula sul piano personale, nel letterato volge la massima concentrazione possibile a rinascere, caricare i vocaboli del massimo significato possibile, come direbbe anche un Pound. Un operare siffatto richiede il nostro farsi “coppa”, per poi riversarsi. Per questo lambiccare spirituale non può certo essere sufficiente lo scampolo tratto dalla giostra giuocata nel delirio settimanale. La figura che non può disporre del tempo per concentrare ed operare veramente, giunge ad un esercizio distensivo senza aver accumulato. L’artista è quindi colui che, fragile diapason, rimane retrattile ad un impiego nell’inautentico. Da qui la confusione, la rozza distorsione nei confronti dell’otium necessario per far confluire un qualsiasi segno, dal sigillo degli archetipi, alla vita vissuta nell’immanente. Concatenati a far vivere il morto orale, gli scrittori così intesi si adoperano per una comunione: l’Ostia di Arturo Onofri, l’Orchestra di infiniti rimandi in Pound, la Pioggia come mappa cosmica dannunziana, sulla pelle del nostro essere-mondo.

Johann Wolfgang von Goethe

Dalla massima contrazione si è passati all’utilizzo della parola come mero indicatore di relazione, non come Rivelazione e Rovina; infatti Trakl ci porterebbe enormemente più in là di questo flusso poematico in forma di piccolo saggio critico: abbandoni. Parole ad intarsio nel Fiore del Male di una panica intesa, da non dismettere se non in panni di artificiale paradiso, spedito al mittente in nome di una volontà energetica. Autocompimento di crisalide in viva morte, morta viva vivo. Quando non si parla di morte come trapasso da spoglie insufficienti in nome di un successivo volo di Fenice, possiamo pur dire che ogni attaccamento alla cosa posseduta è come la morte del possessore. La visione della Fenice presuppone polvere e cenere di sé…Chi non riesce ad operare la combustione non può che trovare “L’ideale che annega nel fango”: Emilio Praga…Ovvero un finale lasciato incompiuto. Una morte che è un inizio per chi sente la segregazione in cui vive tutta la generazione disorientata, non più nella dimensione post-unitaria dell’Italia ottocentesca, come miccia esplosa nella malattia mortale degli scapigliati (uno stato di cose che non apre una via, ma la cicatrizza testimoniando un dolore, oltre le soglie delle possibilità individuali dei determinati poeti…). Dopo un ripensamento, si circola così, forse, notando proustianamente come ”la frivolezza di un’epoca, quando ci sian passati sopra dieci secoli, è oggetto della più grave erudizione…”. [14]

Il problema è che nel lascito delle ere, l’epoca in cui la tecnica impone il dominio, non lascerà passare così tanto tempo. La “lugubre china” che ha preso la vocazione per l’impossibile nella società meccanica, ha sicuramente un altro versante da considerare. Il tempo unito alla volontà di agire in fedeltà alla propria natura: gli elementi materiali dell’ hic et nunc, che portano a trascrivere una vita in opere letterarie, non sono bastevoli. Considerando tutto ciò che è avversario, come base inevitabile per dar forma al nostro agire, il sacrificio continuo forse fa parte di ciò che inquadra perfettamente Jakob Böhme in una sua illuminazione di grado superiore:

“Nessuna cosa può rivelarsi a se stessa senza opposizione, poiché quando non ha nulla che le si opponga essa s’effonde all’esterno e non ritorna in sé. E se non penetra in se stessa, come in ciò da cui è originariamente uscita, essa non può saper nulla della sua origine“. [15]

 

Corollario d’ulteriori problematiche

Platone avrebbe bandito anche Goethe? Il vivere da artista ogni frammento esula da una possibile Repubblica? Le caste sono bene definite…Il furore di cui parla Bruno, invece non può essere parte di una tranquilla cittadella, a meno che non si proceda con ciò che in alcuni maestri s’annota piano, tra le fila: il genio è lo stato normale dell’umanità. Il filosofo che inquadra l’artista come pericoloso per la formazione dello stato utopico, teme quel gioco continuo tra ragione, mondo sensibile e ispirazione donata dalle Muse. L’artista presenta alcuni caratteri temperamentali che esulano dalla via sapienziale, e al contempo può essere specchio di ciò che va aperto solo oltre la via preparatoria della ragione. L’abbandono artistico però presenta sempre un ritorno del furore sul soggetto: come scarica energetica ormai in combustione ingestibile. Coibentando lo slancio e l’entusiasmo in una via più che individuale. Relazionata con l’universale (se è vera arte), la vocazione del tarantolato viene guardata con sospetto nella Repubblica platonica, ma con un principio di ragione sufficiente, mentre il torto maggiore è perpetrato dalla “conciliante” società dei consumi. In essa vi è la libertà come deserto che non riconosce progettualità ed è heideggerianamente nell’inautentico.

Note:

– 1 Georg Simmel, Kant e Goethe (Kant und Goethe. Zur Geschichte der Modernen Weltanscauung,1906), p.21, Ibis, Como-Pavia, 1995;

– 2 Op.cit., pp. 88-89;

– 3 J.W.Goethe, Tutte le poesie, Mondadori, Milano, 1994, vol. I, p.1243;

– 4 Op.cit. I, p.529;

– 5 Op.cit., Gott und Welt, Ultimatum;

– 6 Gottfried Benn, Lo Smalto sul Nulla, pp.121-122, Adelphi, Milano, 1992;

– 7 Apuleio, Apologia o Pro se de magia liber, XLIII, pp.60-61, Garzanti, Milano, 1998;

-8 Op cit., vol.II, pp. 903-905;

– 9 Novalis, Frammenti, fr. 1750, p. 436, Bur, Milano, 2001;

-10 Joséphin Péladan, Introduzione alle scienze occulte, p. 49, Atanòr, Roma, 1948;

-11 Oswald Wirth, I Tarocchi, p.213, Edizioni Mediterranee, Roma, 2002;

-12 Op.cit, p.36;

-13 J.W.Goethe, Romanzi, p.31, Meridiani Mondadori;

– 14 Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Il Tempo ritrovato, p.142, Mondadori, Milano, 1997;

– 15 Jakob Böhme, La Preziosissima porta della contemplazione divina I,8, p.17., SE, Milano, 2010.

IMMAGINE DI COPERTINA : Carl Gustav Carus, Das Goethe Denkmal, 1832, Kunsthalle Hamburg

Stefano Eugenio Bona

(fonte: www.ereticamente.net)

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il trattamento è necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o per l’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il Titolare;


il trattamento è necessario per il perseguimento del legittimo interesse del Titolare o di terzi.


E’ comunque sempre possibile richiedere al Titolare di chiarire la concreta base giuridica di ciascun trattamento ed in particolare di specificare se il trattamento sia basato sulla legge, previsto da un contratto o necessario per concludere un contratto.


Luogo


I Dati sono trattati presso le sedi operative del Titolare ed in ogni altro luogo in cui le parti coinvolte nel trattamento siano localizzate. Per ulteriori informazioni, contatta il Titolare.


I Dati Personali dell’Utente potrebbero essere trasferiti in un paese diverso da quello in cui l’Utente si trova. Per ottenere ulteriori informazioni sul luogo del trattamento l’Utente può fare riferimento alla sezione relativa ai dettagli sul trattamento dei Dati Personali.


L’Utente ha diritto a ottenere informazioni in merito alla base giuridica del trasferimento di Dati al di fuori dell’Unione Europea o ad un’organizzazione internazionale di diritto internazionale pubblico o costituita da due o più paesi, come ad esempio l’ONU, nonché in merito alle misure di sicurezza adottate dal Titolare per proteggere i Dati.


Qualora abbia luogo uno dei trasferimenti appena descritti, l’Utente può fare riferimento alle rispettive sezioni di questo documento o chiedere informazioni al Titolare contattandolo agli estremi riportati in apertura.


Periodo di conservazione


I Dati sono trattati e conservati per il tempo richiesto dalle finalità per le quali sono stati raccolti.


Pertanto:


I Dati Personali raccolti per scopi collegati all’esecuzione di un contratto tra il Titolare e l’Utente saranno trattenuti sino a quando sia completata l’esecuzione di tale contratto.


I Dati Personali raccolti per finalità riconducibili all’interesse legittimo del Titolare saranno trattenuti sino al soddisfacimento di tale interesse. L’Utente può ottenere ulteriori informazioni in merito all’interesse legittimo perseguito dal Titolare nelle relative sezioni di questo documento o contattando il Titolare.


Quando il trattamento è basato sul consenso dell’Utente, il Titolare può conservare i Dati Personali più a lungo sino a quando detto consenso non venga revocato. Inoltre il Titolare potrebbe essere obbligato a conservare i Dati Personali per un periodo più lungo in ottemperanza ad un obbligo di legge o per ordine di un’autorità.


Al termine del periodo di conservazioni i Dati Personali saranno cancellati. Pertanto, allo spirare di tale termine il diritto di accesso, cancellazione, rettificazione ed il diritto alla portabilità dei Dati non potranno più essere esercitati.


Finalità del Trattamento dei Dati raccolti


I Dati dell’Utente sono raccolti per consentire al Titolare di fornire i propri Servizi, così come per le seguenti finalità: Statistica e Contattare l’Utente.


Per ottenere ulteriori informazioni dettagliate sulle finalità del trattamento e sui Dati Personali concretamente rilevanti per ciascuna finalità, l’Utente può fare riferimento alle relative sezioni di questo documento.


Dettagli sul trattamento dei Dati Personali


I Dati Personali sono raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:


Contattare l’Utente


Statistica


Diritti dell’Utente


Gli Utenti possono esercitare determinati diritti con riferimento ai Dati trattati dal Titolare.


In particolare, l’Utente ha il diritto di:


Revocare il consenso in ogni momento. L’Utente può revocare il consenso al trattamento dei propri Dati Personali precedentemente espresso.


opporsi al trattamento dei propri Dati. L’Utente può opporsi al trattamento dei propri Dati quando esso avviene su una base giuridica diversa dal consenso. Ulteriori dettagli sul diritto di opposizione sono indicati nella sezione sottostante.


accedere ai propri Dati. L’Utente ha diritto ad ottenere informazioni sui Dati trattati dal Titolare, su determinati aspetti del trattamento ed a ricevere una copia dei Dati trattati.


verificare e chiedere la rettificazione. L’Utente può verificare la correttezza dei propri Dati e richiederne l’aggiornamento o la correzione.


ottenere la limitazione del trattamento. Quando ricorrono determinate condizioni, l’Utente può richiedere la limitazione del trattamento dei propri Dati. In tal caso il Titolare non tratterà i Dati per alcun altro scopo se non la loro conservazione.


ottenere la cancellazione o rimozione dei propri Dati Personali. Quando ricorrono determinate condizioni, l’Utente può richiedere la cancellazione dei propri Dati da parte del Titolare.


ricevere i propri Dati o farli trasferire ad altro titolare. L’Utente ha diritto di ricevere i propri Dati in formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico e, ove tecnicamente fattibile, di ottenerne il trasferimento senza ostacoli ad un altro titolare. Questa disposizione è applicabile quando i Dati sono trattati con strumenti automatizzati ed il trattamento è basato sul consenso dell’Utente, su un contratto di cui l’Utente è parte o su misure contrattuali ad esso connesse.


proporre reclamo. L’Utente può proporre un reclamo all’autorità di controllo della protezione dei dati personali competente o agire in sede giudiziale.


Dettagli sul diritto di opposizione


Quando i Dati Personali sono trattati nell’interesse pubblico, nell’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il Titolare oppure per perseguire un interesse legittimo del Titolare, gli Utenti hanno diritto ad opporsi al trattamento per motivi connessi alla loro situazione particolare.


Si fa presente agli Utenti che, ove i loro Dati fossero trattati con finalità di marketing diretto, possono opporsi al trattamento senza fornire alcuna motivazione. Per scoprire se il Titolare tratti dati con finalità di marketing diretto gli Utenti possono fare riferimento alle rispettive sezioni di questo documento.


Come esercitare i diritti


Per esercitare i diritti dell’Utente, gli Utenti possono indirizzare una richiesta agli estremi di contatto del Titolare indicati in questo documento. Le richieste sono depositate a titolo gratuito e evase dal Titolare nel più breve tempo possibile, in ogni caso entro un mese.


Ulteriori informazioni sul trattamento


Difesa in giudizio


I Dati Personali dell’Utente possono essere utilizzati da parte del Titolare in giudizio o nelle fasi preparatorie alla sua eventuale instaurazione per la difesa da abusi nell’utilizzo di questo sito web o dei Servizi connessi da parte dell’Utente.


L’Utente dichiara di essere consapevole che il Titolare potrebbe essere obbligato a rivelare i Dati per ordine delle autorità pubbliche.


Informative specifiche


Su richiesta dell’Utente, in aggiunta alle informazioni contenute in questa privacy policy, questo sito web potrebbe fornire all’Utente delle informative aggiuntive e contestuali riguardanti Servizi specifici, o la raccolta ed il trattamento di Dati Personali.


Log di sistema e manutenzione


Per necessità legate al funzionamento ed alla manutenzione, questo sito web e gli eventuali servizi terzi da essa utilizzati potrebbero raccogliere log di sistema, ossia file che registrano le interazioni e che possono contenere anche Dati Personali, quali l’indirizzo IP Utente.


Informazioni non contenute in questa policy


Ulteriori informazioni in relazione al trattamento dei Dati Personali potranno essere richieste in qualsiasi momento al Titolare del Trattamento utilizzando gli estremi di contatto.


Risposta alle richieste „Do Not Track”


questo sito web non supporta le richieste “Do Not Track”.


Per scoprire se gli eventuali servizi di terze parti utilizzati le supportino, l’Utente è invitato a consultare le rispettive privacy policy.


Modifiche a questa privacy policy


Il Titolare del Trattamento si riserva il diritto di apportare modifiche alla presente privacy policy in qualunque momento dandone informazione agli Utenti su questa pagina e, se possibile, su questo sito web nonché, qualora tecnicamente e legalmente fattibile, inviando una notifica agli Utenti attraverso uno degli estremi di contatto di cui è in possesso il Titolare . Si prega dunque di consultare regolarmente questa pagina, facendo riferimento alla data di ultima modifica indicata in fondo.


Qualora le modifiche interessino trattamenti la cui base giuridica è il consenso, il Titolare provvederà a raccogliere nuovamente il consenso dell’Utente, se necessario.


Definizioni e riferimenti legali


Dati Personali (o Dati)


Costituisce dato personale qualunque informazione che, direttamente o indirettamente, anche in collegamento con qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale, renda identificata o identificabile una persona fisica.


Dati di Utilizzo


Sono le informazioni raccolte automaticamente attraverso questo sito web (anche da applicazioni di parti terze integrate in questo sito web), tra cui: gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dall’Utente che si connette con questo sito web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier), l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nell’inoltrare la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta dal server (buon fine, errore, ecc.) il paese di provenienza, le caratteristiche del browser e del sistema operativo utilizzati dal visitatore, le varie connotazioni temporali della visita (ad esempio il tempo di permanenza su ciascuna pagina) e i dettagli relativi all’itinerario seguito all’interno dell’Applicazione, con particolare riferimento alla sequenza delle pagine consultate, ai parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’Utente.


Utente


L’individuo che utilizza questo sito web che, salvo ove diversamente specificato, coincide con l’Interessato.


Interessato


La persona fisica cui si riferiscono i Dati Personali.


Responsabile del Trattamento (o Responsabile)


La persona fisica, giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente che tratta dati personali per conto del Titolare, secondo quanto esposto nella presente privacy policy.


Titolare del Trattamento (o Titolare)


La persona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali e gli strumenti adottati, ivi comprese le misure di sicurezza relative al funzionamento ed alla fruizione di questo sito web. Il Titolare del Trattamento, salvo quanto diversamente specificato, è il titolare di questo sito web.


Questo sito web


Lo strumento hardware o software mediante il quale sono raccolti e trattati i Dati Personali degli Utenti.


Servizio


Il Servizio fornito da questo sito web così come definito nei relativi termini (se presenti) su questo sito/applicazione.


Unione Europea (o UE)


Salvo ove diversamente specificato, ogni riferimento all’Unione Europea contenuto in questo documento si intende esteso a tutti gli attuali stati membri dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo.


Cookie


Piccola porzione di dati conservata all’interno del dispositivo dell’Utente.


Riferimenti legali


La presente informativa privacy è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli art. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679.


Questa informativa privacy riguarda esclusivamente questo sito web.

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