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 «La natura ha dipinto se stessa»: Nishida Kitarō e le radici metafisiche dell’arte – 3^ parte – Piervittorio Formichetti
Tradizione

«La natura ha dipinto se stessa»: Nishida Kitarō e le radici metafisiche dell’arte – 3^ parte – Piervittorio Formichetti

14/01/2023 0 Comment

(prosegue…)

La kenosis del Divino trascendente, ossia il suo auto-condizionamento nei limiti dell’universo immanente, dà dunque luogo a una realtà definibile come di per sé “religiosa” o “simbolica”, poiché lega insieme (re-ligo), riunisce insieme (syn-ballein), ogni aspetto ed elemento del mondo. «Questo senso di profonda unità» fondamentale nello Shintoismo e quindi nel pensiero di Nishida Kitarō – scrive Marcello Ghilardi – «è centrale per cogliere non solo la visione ontologica di Nishida, ma anche il significato profondo che egli attribuisce all’esperienza della creazione artistica» [40], che non può non rientrare in questo fondamento ontologico essenzialmente caratterizzato dalla «trascendenza immanente» (naizaiteki chōtetsusha), o viceversa (ma a nostro parere meno esattamente) «immanenza trascendente». In un brano fondamentale, Nishida scrive:

«La distinzione tra differenziazione e unificazione è tale nel nostro pensiero, non è cosa del reale concreto immediato. Come per Goethe la natura non ha né nocciolo né guscio, tutto al tempo stesso è nocciolo e guscio, Natur hat weder Kern noch Schale, alles ist sie mit einem Male, così della vera realtà concreta, ovvero nel reale concreto dell’esperienza immediata, differenziazione e unificazione sono un’unica attività. Per esempio, in un quadro o in un brano musicale ogni singolo tratto di pennello o ogni nota rivela lo spirito dell’intero dipinto e dell’intera musica. Nel pittore o nel musicista, un’unica ispirazione subito trabocca e diventa un paesaggio di montagne e fiumi estremamente vario, o una composizione assai complessa. In uno stato di questo tipo, Dio è il mondo e il mondo è Dio» [41].

L’ispirazione artistica è dunque concepita da Nishida come un continuum tra intuizione ed espressione, una forma di conoscenza immediata, cioè non-mediata, indipendente dalla procedura ipotetico-deduttiva e logico-razionale propria dell’analisi soprattutto scientifica; in questo senso, si può dire che mentre l’attività dello scienziato e del filosofo consiste essenzialmente nell’analisi, la quale isola e divide elemento da elemento, funzione da funzione, eccetera, quella dell’artista e del mistico consiste essenzialmente nella sintesi, nella riunione dell’insieme (sym-bulein) degli elementi che il metodo analitico separa; non a caso, l’arte e la religione producono – o esprimono – simboli. Ghilardi commenta infatti: «L’ispirazione  artistica, a differenza delle procedure dicotomizzanti del pensiero, si muove in un piano dove non vige di necessità la distinzione tra differenziazione e unificazione, ma le percepisce come momenti non separati di un’unica attività. Inoltre, essa è in grado di legare tutto con tutto, ovvero – per usare una terminologia buddhista, più specifica – della “non ostruzione tra fenomeno e fenomeno” (jijimuge). Tutto è al tempo stesso nocciolo e guscio, forma e contenuto, uno e molti; e l’uno è nei molti, e i molti nell’uno. Microcosmo e macrocosmo si compenetrano l’un l’altro, si rivelano l’uno attraverso l’altro. […] Per questo, anche nel più piccolo gesto o nel minimo frammento, è già contenuto l’universo, anzi, è Dio stesso che vive; si comprende che “Dio è il mondo e il mondo è Dio”» [42].

Questa concezione della realtà totale che si rispecchia in ciascuno dei suoi moltissimi frammenti particolari era stata applicata da Nishida, come si è visto, anche al rapporto tra la singola pennellata e l’insieme organizzato di tutte le pennellate presenti in un quadro, così come tra la singola nota musicale e l’insieme delle note che formano una composizione, cosicché quello che si potrebbe chiamare lo “spirito” del dipinto o della partitura si manifesta sia nel dettaglio compositivo, sia nel risultato finale (l’opera conclusa). In questa sede è impossibile valutare in quali casi ciò sia vero e in quali possa non esserlo: accenniamo soltanto che, secondo noi, due esempi di pittura europea in cui tale rapporto di corrispondenza tra dettaglio ed insieme risulta particolarmente presente sono Vincent van Gogh ed Edvard Munch. Da questa concezione dell’opera d’arte nel suo aspetto formale emerge comunque l’analogia tra la visione della realtà del filosofo giapponese e la struttura «frattale» – così definita per la prima volta nel 1975 da Benoit Mandelbrot (1924-2010) e menzionata da Luca Siniscalco nella citata video-presentazione del volume di Medrano Shintō e Zen – riconoscibile in alcuni prodotti della natura come la pianta di felce o l’abete, nei quali l’organizzazione degli elementi minimi (ad es. gli aghi dell’abete) è identica all’insieme da essi composto (il ramo d’abete) e all’insieme degli insiemi (l’insieme dei rami, cioè l’intero abete), così da riprodurre più volte, in una scala di dimensioni diverse, la medesima forma. Arte e natura possono quindi essere accomunate dalla struttura frattale (e ciò, dal punto di vista di Nishida, è indizio della loro comune origine metafisica), ma la concezione frattale – come ricordato da Siniscalco – risulta applicabile anche all’entità divina (o da essa ricavabile) della religione shintō o shintoistica, il kami, che potremmo definire energia cosciente che informa la natura. Il kami infatti trascende tutti i fenomeni naturali e, insieme, si situa in ognuno di essi (negli alberi e nelle foreste, nel vento, nel fuoco, ecc.) senza per questo diventare qualcos’altro, così come nei frattali la struttura dell’oggetto compiuto resta identica a quella dei singoli elementi che lo compongono. Per questa ragione lo Shintoismo afferma, con una iperbole, che esistono ben otto milioni di kami, ma sarebbe errato concepirli come otto milioni di individui divini: sono le varie espressioni fenomeniche di un’unica realtà che a sua volta si ritrova in ciascuna di esse, così come un’immagine intera si riflette non soltanto in uno specchio d’ampiezza adatta a rifletterla a grandezza naturale, ma anche in una miriade di specchi molto più piccoli, oppure in ciascun frammento di un grande specchio andato in pezzi [43]; in questo senso il rapporto tra il kami e le sue molteplici manifestazioni cosmiche è definibile come frattale.

Questo genere di consapevolezza dell’intima unità del reale – dice Nishida – non è una forma di conoscenza raggiungibile come risultato dell’attività logico-discorsiva (come si è visto, egli afferma giustamente che la verità non si costituisce in base alle relazioni concettuali elaborate dalla mente umana: figuriamoci in base a quelle ideologico-politiche), bensì si deve a una forma di «intuizione agente» (kōiteki chokkan) che supera le dicotomie, che, per quanto riguarda l’arte, «non si limiti alla rappresentazione di forme esteriori, ma che, conoscendole, diventi quelle forme» [44], tramite l’immedesimazione dell’artista in esse, così come il kami s’immerge in ciascuna delle forme alle quali esso stesso dà vita. Tale visione dei rapporti reciproci fra trascendenza cosciente, intuizione umana e arte fanno pensare nuovamente a Gustavo Adolfo Rol, nel cui pensiero l’esperienza e il concetto dell’«intuizione» sono ricorrenti e fondamentali. Si è già visto come nella filosofia di Rol sia essenziale il ridimensionamento dell’ego da parte dell’individuo affinché l’energia creatrice dello Spirito, del Divino, possa agire attraverso di lui; nel caso dell’«intuizione», si potrebbe dire che il Divino rende l’individuo momentaneamente partecipe della propria conoscenza immediata di uno o più aspetti particolari della realtà – in non poche occasioni, Rol ebbe degli imprevedibili “lampi” di conoscenza immediata, o a distanza, sulla vita privata di persone a lui totalmente sconosciute e che aveva soltanto visto esteriormente da pochi secondi o minuti – affinché l’individuo dotato di questa forma di «intuizione» possa esprimere lui quella volontà di bene (concetto che, come si è visto, Nishida ammette, o riconosce, essenzialmente legato alla manifestazione dell’universo) propria del Divino soprattutto nella sua attività creatrice.

La condizione necessaria per l’«intuizione agente» è dunque la carità, l’amore, che a sua volta coincide con la più perfetta forma di conoscenza; in un altro brano, infatti, Nishida scrive esplicitamente: «Amare qualcosa significa rigettare noi stessi e fare tutt’uno con l’altro da noi. Nell’unione senza fratture di sé e dell’altro, per la prima volta scaturisce il vero amore. […] Amare la luna significa coincidere con la luna. […] Più noi, rigettando il nostro io, diventiamo puramente oggettivi, cioè senza-io, più l’amore diventa grande e profondo. […] Conoscenza e amore sono dunque attività spirituali identiche. Per questo, per conoscere una cosa bisogna amarla e per amare una cosa bisogna conoscerla. […] Solo perché ama la natura, coincide con essa e si sprofonda al suo interno, l’artista può intuire la verità della natura» [45].

In quello che Marcello Ghilardi definisce giustamente «un passo straordinario [che] può essere letto quasi come una piccola summa del pensiero nishidiano in tema di arte e di relazione col mondo e la vita» [46], Nishida Kitarō torna quindi su questa condizione ispirata dell’artista: «È il sentimento dell’unione di soggetto e oggetto, non solo tra esseri umani, ma anche nel caso di un pittore nei confronti della natura. […] Va bene se sono le cose che muovono l’io, e va bene se è l’io che muove le cose. Va bene se Sesshū ha dipinto la natura, e va bene se la natura attraverso Sesshū ha dipinto se stessa. […] Non c’è un io separato dal mondo che l’io vede. […] Cielo e terra hanno un’identica radice, tutte le cose un corpo solo» [47]. Opportunamente, lo studioso italiano chiarisce che la frase «Va bene se sono le cose che muovono l’io, e va bene se è l’io che muove le cose» non significa affatto che ogni punto di vista sia uguale all’altro, bensì che ogni aspetto del mondo vive insieme al suo contrario: si tratta sempre di nuovo della «relazione di polarità inversa» che contemporaneamente separa e unisce ogni coppia di categorie della realtà (è la stessa dinamica che nella tradizione cinese è espressa con la celebre, e talvolta fraintesa, coppia di concetti yin e yang). Dal punto di vista del soggetto osservatore, ogni aspetto della realtà esiste in quanto viene percepito e reso evidente a lui stesso dalla sua mente: senza un soggetto percettore, non potrebbe esistere la percezione di ciò che esiste. In questo senso «è possibile dire sia che “sono le cose che muovono l’io”, accentuando in tal caso il carattere panenteistico dell’attività creativa, in cui il soggetto è strumento per il farsi di qualcosa che in realtà lo sopravanza infinitamente, sia che “è l’io che muove le cose”, privilegiando il tal caso la considerazione della funzione formatrice del soggetto creatore» [48].

Si tratta, in sostanza, sempre della stessa situazione: vi è un unico atto, che è poi anch’esso un evento cosmico, visto simultaneamente da due prospettive differenti: dal punto di vista trascendente, intuibile da parte dell’interiorità dell’artista, lo Spirito si esprime, cioè esprime la propria volontà di verità-bontà-bellezza, attraverso l’artista stesso; dal punto di vista immanente, l’artista crea immagini che implicano la verità-bontà-bellezza attingendo (talvolta inconsapevolmente) dalla dimensione dello Spirito. Entrambi i punti di vista coesistono nella sfera psichica umana, luogo privilegiato della manifestazione della mente – o coscienza – del Divino, ed è probabilmente in questo senso che si può spiegare la conclusione di un koan (aneddoto o parabola tipicamente spiazzante, con funzione d’insegnamento), facente parte della tradizione zen cinese: «Due monaci stavano bisticciando a proposito di una bandiera. Uno disse: “La bandiera si muove”; l’altro disse: “È il vento a muoversi”. Per caso passava di là il sesto patriarca. Disse ai due: “Non è il vento, e nemmeno la bandiera: è la mente che si muove”» [49]. Vale la pena di confrontare questo koan con un insegnamento induistico: «Non vi sono cose esterne, come gli stolti immaginano. Quando la mente vien mossa dalla vāsāna (impressione), si verifica l’apparire degli oggetti» (Lankāvatāra, X, 15) [50]. Ciò può voler dire che se la mente si sofferma sui fenomeni esperibili coi sensi (vista della bandiera, contatto del vento), significa che si è mossa in modo sbagliato poiché si è lasciata muovere da quelle impressioni sensoriali che in realtà dovrebbe superare per cogliere non i singoli fenomeni ma l’unità dinamica che sta “dietro” o “dentro” di essi.

Da questo punto di vista, ogni cosa che possa essere rappresentata dall’arte costituisce la manifestazione di un fenomeno che si distingue dai fenomeni naturali  (coi quali condivide l’origine nel Trascendente-immanente) soltanto per il fatto di essere espresso attraverso l’individuo umano e, quindi, di dover poi essere trascesa essa stessa dall’essere umano per cogliere la dimensione metafisica in cui hanno origine l’una (l’arte) e l’altro (l’essere umano). Per questa ragione, argomenta Nishida, l’arte può essere bella anche quando rappresenta ciò che è brutto, buona anche quando rappresenta ciò che è cattivo, elevata anche quando rappresenta qualcosa di degradato o abietto, senza per questo poter condannare l’artista, che in questa concezione – utilizzando una metafora propria ancora di Gustavo Adolfo Rol – è puramente la «grondaia» in cui s’incanala la «pioggia» della Volontà cosmico-metafisica. Tuttavia, l’artista ideale o il vero artista, secondo Nishida, è colui (o colei) in cui il talento o la capacità artistica si uniscono alle doti morali, poiché – come si è già detto – l’arte non è (o non dovrebbe essere) una pura espressione dell’individualità psicologica o sociale di chi la produce, ma piuttosto una forma di conoscenza che, in assenza di rettitudine, non può svilupparsi pienamente: «L’arte, insieme all’agire morale, si rivela essere al contempo una forma di comprensione del mondo e la possibilità per la creazione di un mondo nuovo, o rinnovato, per mezzo del rinnovamento dello stesso sé creatore – un sé che “crea” soltanto nella misura in cui si sente ”creato”, partecipe di un processo di creazione del quale egli è strumento e tramite, e non autore unico e incondizionato» [51].

Questo brano sembra spiegare bene, per contrasto, la situazione di non poca arte contemporanea e della società che la produce: una forma mentis basata sullo scetticismo e sul relativismo etico ed estetico-artistico, abituata all’idea che l’essere umano e l’universo esisterebbero per puro caso e senza ragione, non può che produrre una mole di opere che, essendo per lo più «tristi, depressive, oppure “giochini”» formali e concettuali, stanno riducendo l’arte a rappresentante della «spazzatura della società» [52]. «L’originalità della visione di Nishida», scrive a questo proposito il suo connazionale K. Yoshioka, «sta nel fatto che egli considera il problema dell’espressione in una prospettiva in cui l’artista è sia colui che crea, sia colui che riceve il proprio essere dal mondo. Al centro di questa sua visione ci sono l’attività espressiva colta come un carattere fondamentale dell’uomo, e l’unità nell’uomo del corpo e dell’anima» [53]. Per questo, un’analoga sinergia dovrebbe connettere la bellezza estetica espressa nell’arte con la bellezza morale propria dell’artista come individuo umano: «È significativo che per Nishida la chiave della bellezza risieda anche nella autenticità dell’essere umano, o nel carattere di “sincerità”, “rettitudine” (makoto) o di “verità” (shin o makoto), intesa non soltanto in senso conoscitivo, ma soprattutto morale» [54]. Ghilardi qui fa presente che questo legame consustanziale tra estetica ed etica ritorna in molti brani dell’opera di Nishida, e che tutti i saggi contenuti nella raccolta nishidiana Arte e morale ruotano intorno ad esso.

A sua volta, l’essere umano in cui sensibilità estetica e orientamenti etici sono, o dovrebbero essere, concordemente intrecciati, si dà sempre in uno spazio, perciò anche il concetto di spazio si rivela imprescindibile per l’esperienza estetica e per l’arte. Ma mentre nell’arte occidentale – sostiene Nishida – lo spazio sembra concepito soltanto come ambiente fisico, esso in realtà è una dimensione molto più estesa, è lo spazio assoluto, nel quale avvengono tutti i fenomeni, incluso l’ambiente naturale (a sua volta incluso nella totalità del cosmo) che ospita gli esseri umani, che a loro volta esprimono le possibilità virtualmente contenute in quello spazio. Tale concezione della differenza tra spazio naturale e spazio assoluto può essere confrontata con quella presente in Pavel Florenskij (1882-1937); essa risulta applicata, dal filosofo e teologo ortodosso russo, soprattutto alla differenza nella raffigurazione dello sfondo nelle opere di pittura a tema sacro. Mentre nelle pitture occidentali anche le scene tratte dalla Bibbia (soprattutto dai Vangeli) mostrano sullo sfondo un cielo fisico, imitazione di quello visibile con gli occhi, per lo più terso o poco nuvoloso e quindi color celeste, nelle icone ortodosse lo sfondo alle spalle del personaggio sacro o del santo raffigurato (soprattutto la Vergine Maria con il Cristo bambino, e il Cristo stesso adulto) è color oro, in quanto esso simbolizza e manifesta la luce non meramente meteorologica di un paesaggio terreno, bensì quella ultraterrena nella quale vivono in eterno i santi e il Cristo: a loro volta, le icone non riproducono banalmente l’aspetto di un santo, del Cristo o della Vergine Maria, bensì li manifestano, li rendono presenti nel mondo storico, nel momento in cui l’osservatore, laico o monaco, le guarda e le venera. Nell’oro di un’icona ben riuscita – scrive Florenskij -:

«non c’è traccia di opacità, di consistenza, di torbidezza. Quest’oro è pura luce senza mescolanza e non rientra fra i colori che si percepiscono come luce riflessa: i colori e l’oro appartengono otticamente a diverse sfere dell’essere. L’oro non ha un colore anche se ha un tono. […] Oro, metallo, sole non hanno colore perché [sono] quasi identici alla luce solare. Ecco perché è di una profonda verità l’opinione che ho sentito ripetutamente da V. M. Vasnetzov, che il cielo  non si può rappresentare con nessun colore, ma soltanto con l’oro. Quanto più scrutiamo il cielo, specie intorno al sole, tanto più si insinua in noi il pensiero che non è l’azzurro il suo segno caratteristico, bensì la lucentezza della luce diffusa nello spazio, e che questa profondità luminosa si può rendere soltanto con l’oro; il colore sembra torbido, piatto, opaco. Ecco che con purissima luce il pittore di icone costruisce, non costruisce però quel che capita, ma soltanto l’invisibile attingibile con l’intelletto, sussistente sul piano della nostra esperienza, ma non sensibilmente, e che perciò nella rappresentazione si è obbligati a tener distinto sostanzialmente dalle rappresentazioni del sensibile. […] In ogni caso, evidentemente l’oro si riferisce all’oro spirituale, alla luce sovraceleste di Dio» [55].

Note:

40 – Ghilardi, op. cit., p. 214.

41 – Citato in ibidem, ivi, pp. 214-215.

42 – Ghilardi, op. cit., p. 215.

43 – Vedi Shintō e Zen. Le radici metafisiche del Giappone, presentazione dell’omonimo  libro di Antonio Medrano, video a cura di Eleonora Fani, con Andrea Scarabelli e Luca Siniscalco, 25 ottobre 2022: https://www.youtube.com/watch?v=XyqLHVvl68Y  .

44 – Ghilardi, op. cit., p. 215.

45 – Citato in ibidem, ivi, p. 216.

46 – Ghilardi, op. cit., p. 216.

47 – Citato in ibidem, ivi. Sesshū è Sesshū Tōyō (1420-1506), monaco zen e importantissimo pittore giapponese.

48 – Ghilardi, op. cit., p. 217.

49 – Mumon (alias Ekai, 1183-1260), La porta senza porta, a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, Milano, Adelphi, 1987, p. 54.

50 – Citato in Sarvepalli Radakhrishnan (a cura di), Storia della filosofia orientale, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1981, tomo II, pp. 777-778 (note di chiusura relative al capitolo IX, facente parte del tomo I, che purtroppo non è in possesso di chi scrive). Possiamo notare tra l’altro un’assonanza linguistica tra la parola sanscrita vāsāna e quella latina visio, visione(m), accomunate dal significato di «impressione visiva».

51 – Ghilardi, op. cit., p. 219.

52 – Sarebbero parole del noto regista Michel Houellebecq citate dal duo di registi italiani Masbedo (Massazza & Bedogni) durante gli incontri Dialoghi di Estetica II. Che cos’è un’opera d’arte?, a cura del Laboratorio di Ontologia dell’Università di Torino e del Dipartimento educazione del Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea, Rivoli (TO), 18-23 giugno 2012 (appunti dello scrivente su https://www.academia.edu/42159672/Dialoghi_di_Estetica_II_Che_cosè_unopera_darte ).

53 – K. Yoshioka, La visione artistica di Nishida Kitarō, in AA. VV., La Scuola di Kyōto, Messina, Rubbettino, p. 146 (citato in Ghilardi, op. cit., p. 219).

54 – Ghilardi, op. cit., p. 219.

55 – Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull’icona, trad. it. a cura di Elemire Zolla, Milano, Adelphi, 2007 [tit. or. IKONOCTAC (Iconostasi), 1922], pp. 137, 140-141, 145. Il pittore Vasnetzov sarebbe Victor Michajlovič Vasnetsov (1848-1926), autore tra l’altro dei Quattro cavalieri dell’Apocalisse e del Giudizio universale.

 

Piervittorio Formichetti

 

(continua…)

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Periodo di conservazione


I Dati sono trattati e conservati per il tempo richiesto dalle finalità per le quali sono stati raccolti.


Pertanto:


I Dati Personali raccolti per scopi collegati all’esecuzione di un contratto tra il Titolare e l’Utente saranno trattenuti sino a quando sia completata l’esecuzione di tale contratto.


I Dati Personali raccolti per finalità riconducibili all’interesse legittimo del Titolare saranno trattenuti sino al soddisfacimento di tale interesse. L’Utente può ottenere ulteriori informazioni in merito all’interesse legittimo perseguito dal Titolare nelle relative sezioni di questo documento o contattando il Titolare.


Quando il trattamento è basato sul consenso dell’Utente, il Titolare può conservare i Dati Personali più a lungo sino a quando detto consenso non venga revocato. Inoltre il Titolare potrebbe essere obbligato a conservare i Dati Personali per un periodo più lungo in ottemperanza ad un obbligo di legge o per ordine di un’autorità.


Al termine del periodo di conservazioni i Dati Personali saranno cancellati. Pertanto, allo spirare di tale termine il diritto di accesso, cancellazione, rettificazione ed il diritto alla portabilità dei Dati non potranno più essere esercitati.


Finalità del Trattamento dei Dati raccolti


I Dati dell’Utente sono raccolti per consentire al Titolare di fornire i propri Servizi, così come per le seguenti finalità: Statistica e Contattare l’Utente.


Per ottenere ulteriori informazioni dettagliate sulle finalità del trattamento e sui Dati Personali concretamente rilevanti per ciascuna finalità, l’Utente può fare riferimento alle relative sezioni di questo documento.


Dettagli sul trattamento dei Dati Personali


I Dati Personali sono raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:


Contattare l’Utente


Statistica


Diritti dell’Utente


Gli Utenti possono esercitare determinati diritti con riferimento ai Dati trattati dal Titolare.


In particolare, l’Utente ha il diritto di:


Revocare il consenso in ogni momento. L’Utente può revocare il consenso al trattamento dei propri Dati Personali precedentemente espresso.


opporsi al trattamento dei propri Dati. L’Utente può opporsi al trattamento dei propri Dati quando esso avviene su una base giuridica diversa dal consenso. Ulteriori dettagli sul diritto di opposizione sono indicati nella sezione sottostante.


accedere ai propri Dati. L’Utente ha diritto ad ottenere informazioni sui Dati trattati dal Titolare, su determinati aspetti del trattamento ed a ricevere una copia dei Dati trattati.


verificare e chiedere la rettificazione. L’Utente può verificare la correttezza dei propri Dati e richiederne l’aggiornamento o la correzione.


ottenere la limitazione del trattamento. Quando ricorrono determinate condizioni, l’Utente può richiedere la limitazione del trattamento dei propri Dati. In tal caso il Titolare non tratterà i Dati per alcun altro scopo se non la loro conservazione.


ottenere la cancellazione o rimozione dei propri Dati Personali. Quando ricorrono determinate condizioni, l’Utente può richiedere la cancellazione dei propri Dati da parte del Titolare.


ricevere i propri Dati o farli trasferire ad altro titolare. L’Utente ha diritto di ricevere i propri Dati in formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico e, ove tecnicamente fattibile, di ottenerne il trasferimento senza ostacoli ad un altro titolare. Questa disposizione è applicabile quando i Dati sono trattati con strumenti automatizzati ed il trattamento è basato sul consenso dell’Utente, su un contratto di cui l’Utente è parte o su misure contrattuali ad esso connesse.


proporre reclamo. L’Utente può proporre un reclamo all’autorità di controllo della protezione dei dati personali competente o agire in sede giudiziale.


Dettagli sul diritto di opposizione


Quando i Dati Personali sono trattati nell’interesse pubblico, nell’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il Titolare oppure per perseguire un interesse legittimo del Titolare, gli Utenti hanno diritto ad opporsi al trattamento per motivi connessi alla loro situazione particolare.


Si fa presente agli Utenti che, ove i loro Dati fossero trattati con finalità di marketing diretto, possono opporsi al trattamento senza fornire alcuna motivazione. Per scoprire se il Titolare tratti dati con finalità di marketing diretto gli Utenti possono fare riferimento alle rispettive sezioni di questo documento.


Come esercitare i diritti


Per esercitare i diritti dell’Utente, gli Utenti possono indirizzare una richiesta agli estremi di contatto del Titolare indicati in questo documento. Le richieste sono depositate a titolo gratuito e evase dal Titolare nel più breve tempo possibile, in ogni caso entro un mese.


Ulteriori informazioni sul trattamento


Difesa in giudizio


I Dati Personali dell’Utente possono essere utilizzati da parte del Titolare in giudizio o nelle fasi preparatorie alla sua eventuale instaurazione per la difesa da abusi nell’utilizzo di questo sito web o dei Servizi connessi da parte dell’Utente.


L’Utente dichiara di essere consapevole che il Titolare potrebbe essere obbligato a rivelare i Dati per ordine delle autorità pubbliche.


Informative specifiche


Su richiesta dell’Utente, in aggiunta alle informazioni contenute in questa privacy policy, questo sito web potrebbe fornire all’Utente delle informative aggiuntive e contestuali riguardanti Servizi specifici, o la raccolta ed il trattamento di Dati Personali.


Log di sistema e manutenzione


Per necessità legate al funzionamento ed alla manutenzione, questo sito web e gli eventuali servizi terzi da essa utilizzati potrebbero raccogliere log di sistema, ossia file che registrano le interazioni e che possono contenere anche Dati Personali, quali l’indirizzo IP Utente.


Informazioni non contenute in questa policy


Ulteriori informazioni in relazione al trattamento dei Dati Personali potranno essere richieste in qualsiasi momento al Titolare del Trattamento utilizzando gli estremi di contatto.


Risposta alle richieste „Do Not Track”


questo sito web non supporta le richieste “Do Not Track”.


Per scoprire se gli eventuali servizi di terze parti utilizzati le supportino, l’Utente è invitato a consultare le rispettive privacy policy.


Modifiche a questa privacy policy


Il Titolare del Trattamento si riserva il diritto di apportare modifiche alla presente privacy policy in qualunque momento dandone informazione agli Utenti su questa pagina e, se possibile, su questo sito web nonché, qualora tecnicamente e legalmente fattibile, inviando una notifica agli Utenti attraverso uno degli estremi di contatto di cui è in possesso il Titolare . Si prega dunque di consultare regolarmente questa pagina, facendo riferimento alla data di ultima modifica indicata in fondo.


Qualora le modifiche interessino trattamenti la cui base giuridica è il consenso, il Titolare provvederà a raccogliere nuovamente il consenso dell’Utente, se necessario.


Definizioni e riferimenti legali


Dati Personali (o Dati)


Costituisce dato personale qualunque informazione che, direttamente o indirettamente, anche in collegamento con qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale, renda identificata o identificabile una persona fisica.


Dati di Utilizzo


Sono le informazioni raccolte automaticamente attraverso questo sito web (anche da applicazioni di parti terze integrate in questo sito web), tra cui: gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dall’Utente che si connette con questo sito web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier), l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nell’inoltrare la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta dal server (buon fine, errore, ecc.) il paese di provenienza, le caratteristiche del browser e del sistema operativo utilizzati dal visitatore, le varie connotazioni temporali della visita (ad esempio il tempo di permanenza su ciascuna pagina) e i dettagli relativi all’itinerario seguito all’interno dell’Applicazione, con particolare riferimento alla sequenza delle pagine consultate, ai parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’Utente.


Utente


L’individuo che utilizza questo sito web che, salvo ove diversamente specificato, coincide con l’Interessato.


Interessato


La persona fisica cui si riferiscono i Dati Personali.


Responsabile del Trattamento (o Responsabile)


La persona fisica, giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente che tratta dati personali per conto del Titolare, secondo quanto esposto nella presente privacy policy.


Titolare del Trattamento (o Titolare)


La persona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali e gli strumenti adottati, ivi comprese le misure di sicurezza relative al funzionamento ed alla fruizione di questo sito web. Il Titolare del Trattamento, salvo quanto diversamente specificato, è il titolare di questo sito web.


Questo sito web


Lo strumento hardware o software mediante il quale sono raccolti e trattati i Dati Personali degli Utenti.


Servizio


Il Servizio fornito da questo sito web così come definito nei relativi termini (se presenti) su questo sito/applicazione.


Unione Europea (o UE)


Salvo ove diversamente specificato, ogni riferimento all’Unione Europea contenuto in questo documento si intende esteso a tutti gli attuali stati membri dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo.


Cookie


Piccola porzione di dati conservata all’interno del dispositivo dell’Utente.


Riferimenti legali


La presente informativa privacy è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli art. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679.


Questa informativa privacy riguarda esclusivamente questo sito web.

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